domenica, Maggio 5, 2024

Società

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Il virus non si scorda di Lesbo

Alla paura della guerra si somma quella del virus, c’è un bagno ogni centosessanta persone, una doccia ogni cinquecento e una fonte d’acqua ogni trecentoventicinque: “È impossibile mantenere il lavaggio frequente delle mani e la distanza di sicurezza. Ci si sta muovendo per fare evacuare i campi di Moria per prevenire la formazione di un focolaio vista la densità di popolazione. Già prima del virus a Moria la gente moriva di fame e la loro salute erano compromessa. In questo quadro quindi fa molta più paura l’arrivo del virus.”

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-rete-InchiesteSocietà

Revenge porn: il mea culpa di Lorenzo.

A proposito del revenge porn, forma di violazione della libertà privata, Lorenzo afferma: “Delle ragazze si scattano un paio di foto e le postano sui social alchè si manifestano due reazioni: le coetanee le chiamano troie e quindi le inviano nelle chat alle amiche per sparlarne; e poi, le stesse, sostengono che gli uomini non sono tutti così meschini, sbagliano: siamo omertosi.”

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-rete-PolisSocietà

I nuovi poveri

La scomparsa di interi settori economici genererà una crisi a catena che toccherà ogni comparto produttivo. Gireranno meno soldi e anche chi fa lavori prestigiosi sperimenterà la povertà. La risposta potrà essere un reddito universale, che oggi unisce Alexandra Ocasio Cortez e Beppe Grillo.

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-rete-IntervisteSocietàStorie

I tirocinanti della Regione hanno diritto alla retribuzione.

“La lentezza della burocrazia ci sta danneggiando. Alcuni colleghi non possono essere retribuiti perché le loro pratiche e quindi i loro dati non sono stati registrati in tempo presso il centro d’impiego di riferimento”- afferma Daiana- “ I prerequisiti sono gli stessi sia per il tirocinio che per ottenere il reddito di cittadinanza quindi siamo in bilico: sulla carta non siamo disoccupati, ma stagisti e per questo non è previsto nessun cuscinetto per noi. Siamo abbandonati a noi stessi.”

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-rete-SocietàStorie

Cosa pensano i runners

“Chi corre sa bene cosa significa stare a casa fermi per un infortunio, ad esempio, la salute viene prima di tutto. Verrà il tempo in cui torneremo a gareggiare e ci sentiremo più liberi che mai, tra una falcata e un’altra”- riferisce Michele-“ Chi esce per correre comunque non può diventare un bersaglio per l’opinione pubblica. Insulti nei nostri confronti ne sono arrivati a valanghe. Si, bisogna rispettare le regole, ma giusto, etico e legale non significano la stessa cosa. Una guerra fra chi si allena a casa e chi esce per correre, crea solo attriti che in un momento non possiamo permetterci.”

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