• “Siano confiscate a Ciancio le sue società, il giornale e quaranta milioni di euro”

    “Ci sembra assolutamente provato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Ciancio già dalla metà degli anni 70 ha avuto un diretto rapporto con soggetti apicali dell'associazione, sulla base di un patto che era sicuramente illecito ed è sempre stato considerato un amico e una persona a disposizione dell'associazione mafiosa”

  • Italia anno zero
    Un’altra strage nel paese degli indifferenti. Ma insieme forse, per
  • Nostalgia canaglia

    Da certa politica un vecchio mantra: “è il più forte, come lui non ce n'è, se ci fosse stato l'avremmo scelto, ma chi potrebbe competere con lui?”. Parole che, forse, avevano dieci anni fa. La nostalgia è ormai scaduta e avariata. Restano solo gli affari, il giornale di Ciancio e Totò Cuffaro.

 
  • Processo Ciancio: il Comune scappa via

    “E per il Comune l'avvocato Barbagallo, assente”. Con queste parole il Giudice Roberto Passalacqua ha preso atto della scelta del Comune di Catania di non partecipare all'udienza e di non svolgere l'arringa finale in qualità di parte civile nel processo contro Mario Ciancio, imprenditore ed editore de La Sicilia, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

  • Un trafiletto, in basso, a pagina sette

    Per il più noto e potente imprenditore ed editore catanese viene chiesta una condanna penale per mafia. Per il più importante giornale della città viene chiesta la confisca, per mafia. Una notizia clamorosa, centrale per la vita pubblica della città e della Regione, una notizia nazionale considerato il ruolo di Ciancio nel mondo dell'editoria italiano? Non per il quotidiano La Sicilia.

  • “Siano confiscate a Ciancio le sue società, il giornale e quaranta milioni di euro”

    “Ci sembra assolutamente provato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Ciancio già dalla metà degli anni 70 ha avuto un diretto rapporto con soggetti apicali dell'associazione, sulla base di un patto che era sicuramente illecito ed è sempre stato considerato un amico e una persona a disposizione dell'associazione mafiosa”