sabato, Dicembre 6, 2025

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Venezuela – Petrolio, dollari, rum e cola

Lunedì nella borsa internazionale è uscito il Petro, la nuova moneta elettronica del Venezuela. Quel giorno a Caracas i negozi erano chiusi, nessuno lavorava durante quella che i venezuelani chiamavano “la fine del mondo”. «È il cammino per una rivoluzione economica, una moneta indipendente per ridare il potere d’acquisto al popolo» diceva il presidente Maduro in diretta facebook, con gli occhi che andavano agitati a destra e a sinistra.

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Fateli scendere.

La nave Diciotti a Catania. Salvini tiene in ostaggio centosettantasette persone, le associazioni in manifestazione chiedono che vengano fatte sbarcare. L’appello: Da molti giorni 171 donne, bambini e uomini, fuggiti dalla miseria, dalla guerra e dai lager libici dove hanno subito le violenze dei trafficanti di esseri umani, si trovano sulla nave della Guardia Costiera italiana Diciotti. È inaccettabile la scelta del Governo italiano, e in particolare del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, di impedire lo sbarco nel territorio italiano delle 171 persone stremate e in precarie condizioni di salute.

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Un viaggio andata e ritorno

“Votiamo per tornare, non torniamo per votare”, diceva uno striscione preparato da alcuni ragazzi. Non è proprio così. Oggi mi rendo conto che torniamo per questa energia, che le Rite passano, ma noi rimaniamo, insieme a questo treno, che rappresenta di per sé una vittoria politica. “Manco Garibaldi” diceva un altro striscione, riferendosi allo sbarco dei mille. Noi però eravamo di più.

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Il fallimento delle città povere

La Corte dei Conti dichiara il dissesto finanziario di Catania. L’inevitabile conseguenza dell’austerità. Sarebbe facile e comodo per chi negli ultimi anni a Catania ha contestato le Giunte di centrodestra e centrosinistra agitare la delibera di dissesto della Corte dei Conti come una bandiera alla ragione. Ma non sarebbe giusto. Chi difende i diritti delle cittadine e dei cittadini, chi chiede interventi per rafforzare i servizi sociali, chi reclama risorse per assicurare il diritto alla casa, alla scuola, alla felicità anche di chi è più vulnerabile e in difficoltà economica, non può tifare per la Corte dei Conti, per il rispetto dei vincoli di bilancio, per l’austerità economica. Perché a farne le spese non sono i potenti spendaccioni, i corrotti faccendieri ma la città intera e soprattutto chi sta peggio.

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