giovedì, Aprile 25, 2024
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Sarà sciolto per mafia il Comune di Barcellona?

Dal primo numero di questa nuova serie (come già in quella degli anni ’90) i Siciliani hanno hanno dato particolare attenzione alle vicende di Barcellona in Sicilia, un tempo isolata enclave mafiosa nel messinese ma poi rapidamente cresciuta fino a diventare uno dei luoghi nevralgici della mafia (massomafia, avrebbe detto il professore D’Urso) nazionale.

Momenti di svolta furono la latitanza di Santapaola, la partecipazione alla strage di Capaci, l’assassinio di Beppe Alfano (che, stando sul luogo, aveva compreso molto) e altri episodi, criminali e no.

Già alla fine degli anni ’70, peraltro, la zona era frequentata da trafficanti internazionali di droga (i Cutaia), che s’incontravano in un rifugio alpino sulle montagne. Dagli anni ’90 vi fu, probabilmente un salto di qualità complessivo, in parte legato all’espansione “militare” di Cosa nostra, in parte a rapporti politici e imprenditoriali facilitati dalle locale camere di compensazione di tipo massonico, frequentate da tutto l’establishment senza distinzioni.

Tutte queste belle cose, su cui da anni lavorano le migliori “firme” di Cosa nostra, sono ben note ai cittadini di Barcellona, alcuni dei quali hanno dato vita ad associazioni – la “Rita Atria”, la “Città Aperta” ed altre – per cercar di salvare la loro città.

Questi gruppi, affiancati da giornalisti capaci come Antonio Mazzeo (un redattore dei Siciliani), meritano l’appoggio più convinto di tutti i cittadini democratici e antimafiosi, per motivi che dovrebbe essere inutile spiegare.

Contro Mazzeo, contro Città Aperta, contro l’Associazione Rita Atria e contro l’antimafia di Barcellona ha invece deciso di schierarsi il principale politico locale, il già ministro e ora senatore Domenico Nania. L’ha fatto addirittura in sede parlamentare, del che – trattandosi di prassi inconsueta – ho espresso perpelssità ai nostri lettori. Nania risponde con una lettera al Fatto (sul cui sito era il mio pezzo), che riportiamo appresso.

Nulla a che fare col sindaco

Da essa si evince che l’on. Nania non ha nulla a che fare con la discussa amministrazione locale, guidata da suo cugino. Si evince altresì che egli è convinto che tutte le inchieste su Barcellona sono ispirate dai suoi avversari politici (ma erano cominciate ben prima dei suoi coinvolgimenti: Mazzeo ne scrive da parecchi anni); che questi suoi avversari politici sono i nostri “suggeritori” (di cui evidentemente abbiamo un gran bisogno); e soprattutto che a Barcellona la mafia non esiste, dato che questo argomento non sembra fra i suoi principali motivi d’interesse

Noi naturalmente torneremo su Barcellona, sperando di convincere anche l’on. Nania che trattasi (al di là di questo o quel dettaglio, e persino della locale geografia politica in cui l’onorevole ha tanta parte) di una delle capitali di Cosa Nostra, su cui l’attenzione giornalistica non sarà mai abbastanza.

Attendiamo con un certo interesse la scadenza del 10 marzo, quando il ministero dell’interno dovrà decidere se sciogliere o meno, per questioni di mafia, l’amministrazione comunale di Barcellona, con cui l’on. Nania non ha alcuna relazione.

Un simile provvedimento, come abbiamo scritto chiaramente, è auspicato da tutti i buoni cittadini; i quali – a nostro avviso – farebbero bene a incontrarsi pubblicamente a Barcellona, verso la metà di marzo, per festeggiarlo o per richiederlo ancora, secondo i casi. E’ improbabile, purtroppo, che a questi festeggiamenti (o richieste) partecipi l’on. Nania, e ce ne dispiace.

 

SCHEDA

La lettera di Nania

Egregio Direttore, nel blog di Riccardo Orioles si fa riferimento a una mia recente interrogazione parlamentare (A.S n. 4-06576), attraverso la quale avrei, secondo Orioles, sottoposto il giornalista Mazzeo a “pressioni”.

Il giornalista Orioles nel suo blog, riporta la notizia della mia interrogazione – un’attività svolta nell’esercizio del mio mandato e a difesa della verità – e la definisce appunto “un’iniziativa senza precedenti….” e allude ad una mia presunta responsabilità e volontà nel voler “censurare” il suo collega Mazzeo. Nell’interesse di una corretta e completa informazione, vorrei ricordare al giornalista Orioles che:

a) non è il sottoscritto che “si è sentito toccato dalle sue inchieste” ma l’amministrazione comunale di centrodestra nella quale mi riconosco.

b) la mia interrogazione è successiva a quella del sen. Lumia del 12 gennaio 2010 (A.S. n 4-02499); la sua di attacco, la mia di difesa ma entrambe rigorosamente legittime. Nella mia, ho semplicemente e doverosamente analizzato, punto per punto, il contenuto dell’interrogazione Lumia e delle fonti dallo stesso ripetutamente citate;

b) il nome di Antonio Mazzeo, come fonte e suggeritore dell’interrogazione Lumia, non è una mia invenzione ma è fatto, e ripetutamente, dallo stesso sen. Lumia nella sua interrogazione e, quindi, gli addebiti di “esposizione” vanno mossi nei riguardi del senatore predetto;

c) per quanto riguarda l’articolo di Orioles a difesa del suo collega Mazzeo, valgono, come per oqualunquegiornalista, le regole che disciplinano i dloro overi professionali: prima accertare la veridicità della notizia e, solo dopo, scrivere.

Le “sviste clamorose” in cui Mazzeo è incorso sono ben evidenti da una lettura comparata delle due interrogazioni, mia e del sen. Lumia. (A.S 4-02499 del 12/01/10 e A.S. 4-06576 del 12/01/12).

sen. avv. Domenico Nania

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