venerdì, Aprile 26, 2024
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L’antimafia è importante per il governo?

Lo so, il governo Monti non ha praticamente nominato la mafia nei suoi programmi. Nessuno vi veda però l’effetto di complicità inconfessabili. Semplicemente, i professori da cui è nato appartengono a un’altra era (geologica, starei per dire) dell’università italiana. Quando nacquero i “Siciliani” di Pippo Fava non c’erano accademici che si occupassero della materia. Perché mai legare la propria identità a un fenomeno del passato e appeso a un’isola? E nemmeno, tranne eccezioni rarissime, se ne occupavano gli accademici di Sicilia. Per loro, infatti, la mafia non esisteva. Il più autorevole di loro scrisse nell’86 (!), nel grande volume Einaudi La Sicilia da lui curato, che la mafia non era tra i maggiori problemi della sua terra.

Perciò ha segnato l’esistenza di una nuova era il seminario che il 9 e 10 febbraio scorsi si è tenuto all’istituto Cattaneo di Bologna, e che ha messo insieme decine di maturi docenti e giovani ricercatori, da Palermo a Oxford. Lo sviluppo economico, il riciclaggio, il nord, la corruzione, la transnazionalità del crimine, i metodi della ricerca, gli stereotipi culturali, i nuovi movimenti. Non era mai accaduto. Non un convegno, ma due giorni insieme senza pubblico. Solo per dare all’intelligenza del paese e delle nuove generazioni una consapevolezza più alta.

Le nuove generazioni. Anche queste alla fine degli anni settanta preferivano studiare altro. E anche loro sono cambiate. Nel 2011, nella sola facoltà di Scienze Politiche a Milano si sono laureati quarantuno studenti sulla criminalità organizzata: beni confiscati, criminalità albanese e cinese, narcotraffico, ‘ndrangheta in Lombardia, mafia e giornalismo… A loro è stata dedicata una serata con facoltà aperta, intitolata “La meglio gioventù”. Quella che sposa scienza e impegno etico-civile. C’era anche don Ciotti, venuto apposta per ringraziarli. Il governo dei professori non ne parla. Ma ci sono nuove generazioni di professori e soprattutto di studenti che ne parlano. Statene certi. Quando toccherà a loro, anche la lotta alla mafia farà parte dei programmi di governo.

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