domenica, Dicembre 1, 2024
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Shylock e la carne viva della Grecia

L’accanimento con cui si infierisce sulla Grecia e sui suoi cittadini non ha nulla di ragionevole e molto di europeo. Di quell’Europa che vorremmo scomparsa con la fine dei totalitarismi e che invece si ripropone oggi in forme inedite nel bel mezzo di una devastante crisi economica. Pretendere, come si sta facendo, altre garanzie e altri tagli da un Paese ormai stremato equivale a chiedere una libbra di carne viva alle persone. Una richiesta degna di un Shylock, l’usuraio del Mercante di Venezia, non di un consesso di nazioni che si autodefiniscono democratiche e civili.

Ciò avviene con il complice silenzio di tutta l’Unione europea e dei media, che mandano i loro inviati ad Atene per gli scontri di piazza e non per raccontare cosa accade nella quotidianità in un Paese europeo nel 2012. Negli ospedali greci scarseggiano molti farmaci, a partire dall’insulina, e crescono i casi di malnutrizione infantile. Intere famiglie vivono al buio perché non sono state in grado di pagare la nuova tassa sulla casa addebitata direttamente sulla bolletta elettrica. Soldi non ce ne sono più, lavoro neanche. Disperazione e angoscia affliggono persone incolpevoli.

Il diritto fallimentare assicura alle aziende e alle persone una protezione ben più larga dai creditori. Uno Stato sovrano e i suoi cittadini, invece, possono essere considerati al pari di un bottino di guerra. Bisogna riflettere su questo e soprattutto sui nostri silenzi dal retrogusto cinico del “mors tua vita mea”. Il problema non è che domani potrebbe toccare a noi, ma l’indifferenza con cui spalanchiamo nuovamente le porte all’orrore.

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