A MILAZZO LA MAFIA NON ESISTE. E NEANCHE DON SARO C.

Condividiamo pienamente il dolore e l’amarezza. Ma anche tanta rabbia. E ci chiediamo cosa avrebbe scritto e commentato Leonardo Sciascia se avesse mai dovuto narrare l’intera vicenda personale e processuale del Principe nero di Barcellona Pozzo di Gotto e quale dolorosa immagine del tramonto sul Tirreno dalla baia di sant’Antonio ci avrebbe lasciato Vincenzo Consolo dopo aver appreso che quel paradiso confina con l’inferno delle morti per mafia.

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MINIATURA DI UN QUADRO DI GIUSEPPE FAVA SULL’ISS

Seguendo questa ideale analogia, la Fondazione Fava, oltre a Studio sul Dolore, ha proposto di inviare sulla Luna anche un campione della terra del Giardino di Scidà, a simboleggiare la speranza che l’esplorazione umana e la colonizzazione della Luna possano essere libere da profitti e interessi privati, favorendo uno sviluppo sostenibile per tutti. Senza più appropriazione indebita, corruzione, abusi e violenze.

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Le scarpe dell’antimafia

Bisogna fare una legge, sul modello di quella portata avanti da Pio La Torre ma più avanzata, per rendere davvero operativa la gestione dei beni confiscati – che finora è svogliata e lenta – e soprattutto per gestire in modo rapido e diffuso i miliardi di euro confiscati ai mafiosi, che possono risolvere il dramma economico e generazionale che, al di là dei bei discorsi, sta ammazzando l’Italia.

Le scarpe dell’antimafia. 16 Settembre/3 Ottobre
Il programma e le tappe www.isiciliani.it/lescarpedellantimafia

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Da Nord a Sud uniti nella lotta per la riassegnazione dei beni mafiosi

La lotta  non si ferma, stasera, in diretta, abbiamo parlato della lettera inviata dalle associazioni all’Agenzia dei Beni Confiscati: “A Palagonia i terreni messi a bando possono fruttare grossi raccolti di arance, le stesse che possono produrre lavoro. Ogni centesimo verrà pagato ai lavoratori e la distribuzione delle arance a chi ne ha bisogno è il passo successivo. Se si dovessero guadagnare soldi da questa vendita proporremmo di creare un conto corrente il cui contenuto servirà per ristrutturare il casolare. La pec è partita, speriamo nella risposta dell’Agenzia.”

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Propositi per il 2021 

“So che in centro un bene confiscato è diventato una sartoria sociale: riutilizzano abiti usati per trasformali in qualcosa di nuovo, nel rispetto del principio dell’economia circolare e assumendo chi ha soffre di svantaggi sociali e/o economici. Un’altra associazione si occupa di volontariato internazionale, insomma la realtà dei beni confiscati è assai variegata qui a Palermo. Sicuramente smaltire i processi burocratici aiuterebbe ulteriormente le associazioni ad accedere ai bandi.” 

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