Duecentocinquanta milioni per i beni confiscati

Per un mese con un camper sgangherato abbiamo girato la Sicilia, per raccontare le storie dei beni confiscati. Quelle belle e quelle brutte. Quelle dei coraggiosi che trasformano i beni confiscati in bellezza e quelle dei mafiosi che continuano a occupare, o distruggono, le case confiscate. “Vogliamo i soldi dei mafiosi” abbiamo detto e gridato in decine di piazze siciliane, ai tavoli istituzionali, nelle assemblee con decine di associazioni e cooperative. Adesso i soldi ci sono. Quelli del Piano Nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dal programma Next Generation dell’Unione Europea. Duecentocinquanta milioni di euro.

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I terreni e gli aranceti della mafia adesso sono vostri

Il Comune di Catania, a conclusione di un bando pubblico, ha assegnato i terreni agricoli confiscati alla mafia. All’Aiab, ai Siciliani, all’Arci, all’Asaec e alla Cooperativa Sud Sud un agrumeto di oltre cinque ettari che verrà dedicato alla memoria di Girolamo Rosano. All’associazione Cento Passi ancora, Altragricoltura e Rete per la terra un terreno seminativo di venticinque ettari. Si chiamerà Terre di Soumaila, in memoria del sindacalista Soumaila Sacko.

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Due bandi per la concessione di beni confiscati alla mafia nel Comune di Catania.

Ci sono voluti anni ma alla fine il Comune di Catania ha pubblicato i bandi per l’assegnazione di due beni confiscati alla mafia. Si tratta di una bottega in via delle calcare 110, nel quartiere di San Cristoforo e di un ufficio in via Anapo 18, nella zona del lungomare. I progetti si dovranno presentare entro le ore 12 del 30 e 31 marzo 2021.

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