lunedì, Aprile 29, 2024
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Un paese e un artista dei poveri

La storia di Nino Carlotta, che con creatività e suo impegno prova a cambiare il suo paese. 

Questa storia che inizia con un bambino che frequenta la scuola materna nel suo paesino, che grazie alla sua insegnante scopre il disegno e la pittura, che diventeranno molto presto il suo passatempo preferito. Le sue giornate passano tra un foglio da disegno e un altro. Con gli anni, il bambino diventa un ragazzo che comincia a prender parte alla vita politica del paese, e poi un uomo maturo, un cittadino nel senso pieno della parola. Artista di strada e attivista del Comitato Pioppo Comune (una frazione particolarmente vivaca del monrealese), anno dopo anno Carlotta perseguito un impegno sociale e artistico sempre più serrato, con i suoi murales e le sue iniziatie di denuncia sociale.  “L’artista che preferisco è Keith Haring: l’essenza del tratto, la sua capacità comunicativa lo rendono l’artista a cui mi ispiro di più”.

I murales di Carlotta lasciano il segno. “Fratel Biagio”. in memoria del missionario Biagio Conte, è forse il più famoso, e illumina il quartiere dello Sperone a Palermo. “Isati/Alzati” e “Ora ti passa” (questo del collega e amico Igor Scalisi Palminteri) sono invece all’ingresso dell’Ospedale dei Bambini, simbolico gesto di accoglienza verso i piccoli pazienti e promemoria di forza e speranza ai bisognosi.

Da quasi dieci anni Carlotta sviluppa laboratori artistici col Comitato di Pioppo, per aiutare i bambini del paesino a percorrere la strada da lui aperta. Ma la scuola in cui egli è cresciuto da piccolo cresciuto quel bambino e grazie alla quale è diventato l’uomo che è oggi, è stata chiusa nel 2012, lasciata all’abbandono, vandalizzata barbaramente, data infine alle fiamme nel 2013. Le promesse dei sindaci sono rimaste inevase; le proteste di Carlotta e del suo Comitato non sono riuscite a a farle diventare realtà.

Nella scuola in rovina, l’artista ha creato quattro lavori significativi, fra cui – il più toccante – il ritratto di un bambino  che disegna sul muro un albero per accogliere un uccellino. “Questo bambino non si rassegna a quel che si vede attorno, ma pensa a come creare, anche così, un’accoglienza”.

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