giovedì, Dicembre 12, 2024
-ultimora-AperturaLe scarpe dell'antimafia

“Silenzio di tomba”. Mafia e beni confiscati alle pendici dell’Etna

Il 20 marzo del 2023 a Randazzo, comune di diecimila abitanti inerpicato tra l’Etna e i Nebrodi, si è insediata la commissione prefettizia per indagare sui gravi sospetti di infiltrazioni e condizionamenti mafiosi nell’amministrazione municipale. Lo scorso 23 maggio, anniversario dalla strage di Capaci, il Consiglio dei Ministri ha sciolto per mafia il Comune di Castiglione di Sicilia, accanto a Randazzo: diciotto chilometri di distanza. Le infiltrazioni mafiose riguardano il clan Brunetto, affiliato alla famiglia Santapaola-Ercolano. Parentele ingombranti degli esponenti della Giunta e appalti molto opachi. Tra i motivi dello scioglimento anche l’abbandono dei beni confiscati affidati al Comune.

Alle pendici dell’Etna, tra gli appetiti dei grandi produttori di vino, volteggiano gli interessi mafiosi e un sistema di potere che, come sempre, tiene insieme criminalità organizzata, ricca del traffico di droga e delle estorsioni, politica e imprenditoria.

L’operazione antimafia “Terra Bruciata” dell’ottobre 2022 ha colpito il potere della famiglia mafiosa Sangani, alleata del clan Laudani, sul Comune di Randazzo. A finire tra gli indagati pure Sindaco, presidente del consiglio comunale e un’ex consigliere. Nelle 300 pagine di ordinanza c’è un intero capitolo dedicato alle “influenze sull’amministrazione comunale di Randazzo”. Tuttavia l’indagine sul Sindaco Sgroi e su Carmelo Scalisi, presidente del consiglio comunale, è stata archiviata.

Ma al di là della rilevanza penale dei fatti la Prefettura ha deciso di verificare, con l’invio di una commissione, le interferenze tra mafia e amministrazione comunale. Per valutare l’eventuale scioglimento.

Tra le vicende più curiose accadute nel comune di Randazzo c’è sicuramente quella che riguarda il cimitero. Ovvero il progetto dell’amministrazione comunale di affidare a privati la gestione e la costruzione del nuovo cimitero attraverso un project financing. Al centro di questo affare da nove milioni di euro un assessore comunale che è sia esponente della Giunta che decide la privatizzazione, sia vertice della società che dovrebbe gestirlo.

A Randazzo abitano tanti siciliani con la schiena dritta, alcuni molto coraggiosi altri molto prudenti. Li andremo a incontrare sabato 30 settembre, in carovana, con ragazze e ragazzi che vogliono ribellarsi alla mafia e ai vecchi e nuovi cavalieri. Alle 17,30 saremo in piazza Loreto, a Randazzo, per un’assemblea pubblica, aperta a tutte e tutti. Per chiedere una nuova gestione dei beni confiscati alle mafie. Per dire che i miliardi di euro confiscati devono andare ai giovani lavoratori e alle attività sociali. Per squarciare questo silenzio di tomba!

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