sabato, Aprile 27, 2024
Le scarpe dell'antimafia

La mappa dei tagli del Governo ai beni confiscati alla mafia

Hanno collaborato Dario Fiorello, Matteo Iannitti, Patrick Messina, Antonino Russo

Quattrocento progetti in bilico e comuni allo sbando mentre la mafia ghigna.

Era stato annunciato come il piano Marshall sui beni confiscati alla mafia, un mega finanziamento di 300milioni di euro per ristrutturare centinaia di immobili in stato di abbandono e trasformarli in opere di pubblica utilità, in particolare centri antiviolenza e servizi sociali. Si sta trasformando nel più grande regalo alla mafia degli ultimi decenni.

A fine luglio il Governo Meloni ha deciso di definanziare questa misura del PNRR e dirottare i 300milioni al sostegno alle imprese. Il tutto senza fornire alcuna spiegazione agli enti locali che hanno presentato i progetti, assistito alla loro approvazione, appaltato alle ditte i lavori e persino ricevuto, in molti casi, l’anticipo del finanziamento.

Centinaia di sindaci in tutta Italia brancolano nel buio, sono più di 250 i comuni interessati dai progetti. Il Governo garantisce che i fondi ci sono, che saranno presi da altre parti, ma nessuno comunica da dove. Le amministrazioni comunali, coi bilanci precarissimi, sono bloccate: andare avanti o fermarsi? Darla vinta alla mafia o rispettare gli impegni? Ma con che soldi?

La domanda che si fanno tutti, tanto nei partiti di governo che all’opposizione, con toni diversi, è la stessa: ma dentro un PNRR che vale centinaia di miliardi di euro, che senso ha dirottare 300milioni così importanti e dall’enorme valore simbolico?

I progetti che si sarebbero dovuti realizzare sono tantissimi: decine e decine di centri antiviolenza per il contrasto della violenza maschile sulle donne, asili, centri di aggregazione, coworking, spazi sociali, centri per minori, strutture per persone fragili, impianti sportivi. I 300milioni non erano neanche bastati. Più di 170 progetti sono stati valutati meritevoli di finanziamento, idonei all’approvazione ma privi di copertura finanziaria. All’indomani dell’approvazione dei progetti il Governo all’epoca in carica aveva garantito che anche questi sarebbero stati finanziati. Ma adesso con la retromarcia del governo sembra tutto molto più complicato, se non impossibile.

Noi abbiamo realizzato una mappa di tutti i progetti approvati. In giallo tutti quelli approvati e finanziati, in rosso quelli approvati per cui non sono bastate le risorse. Oltre 400 progetti. Altrettante storie di umiliazioni e di sofferenze, di potere criminale e violenza. Ogni punto sulla mappa è la storia di un clan mafioso, del suo traffico di droga e armi, delle sue estorsioni, dei suoi omicidi. Ogni punto sulla mappa è un’opera costruita con la sopraffazione, con i soldi sporchi della mafia. Ogni punto sulla mappa racconta anche la storia di una reazione, di vittime che denunciano, di poliziotti che indagano, di magistrati che confiscano. Ogni punto sulla mappa poteva infine raccontare la storia di un riscatto, di una conversione, di una vittoria dei cittadini sulla mafia.

Ora è come se ognuno di questi beni fosse stato rubato due volte. La prima volta dalla mafia. La seconda volta dal governo.

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