sabato, Luglio 27, 2024
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Olivelli nuovamente sospeso dal suo editore

Continua la saga di Giuseppe Russo, l’editore (ora dimissionario) di MeridioNews che non gradisce si parli, su nessun giornale, di indagini su politici palermitani

 

Il gruppo RMB, già editore della testata regionale online MeridioNews, ha emanato un secondo procedimento disciplinare nei confronti del redattore Simone Olivelli. Per il giornalista, in termini concreti, significa sospensione dal servizio e dalla retribuzione per altri 5 giorni. Il provvedimento fa seguito ad una prima sanzione – seguita a oltre dieci giorni di sospensione cautelare – comminata a fine novembre a seguito degli sviluppi dell’articolo pubblicato su ilfattoquotidiano.it (qui il link) dal giornalista Olivelli sull’archiviazione di un’indagine per corruzione che riguardava il neopresidente dell’ARS Gaetano Galvagno di Fratelli d’Italia. Articolo che Olivelli, dipendente part time di RMB senza clausola di esclusiva, ha proposto al Fatto Quotidiano, testata con cui collabora da oltre tre anni.

Noi dei Siciliani giovani ne avevamo già parlato il 14 dicembre (qui il link). Cosa c’è di nuovo? Due giorni prima di salutare il nuovo anno il gruppo RMB ha aperto un secondo procedimento disciplinare nei confronti di Olivelli: un documento di 17 pagine in cui si contesta al redattore, tra le cose, di non aver apportato modifiche al post pubblicato su Facebook il 13 dicembre dal titolo “Come mai pare io non scriva più su Meridionews” per spiegare ai lettori il motivo per cui era sostanzialmente sparita la sua firma dalla testata con cui lavorava. Per l’azienda, Olivelli con questo post avrebbe lasciato pensare a una censura, al blocco del diritto di informazione su una vicenda relativa a un noto personaggio politico; secondo lei, ciò sarebbe provato anche dal nostro articolo sui Siciliani giovani nonché dai numerosi commenti di solidarietà dei lettori. Le motivazioni fornite dal redattore non sono state prese in considerazione dall’editore Giuseppe Russo, che ha notificato una nuova sanzione disciplinare. 

Così, comunque, la gravità del caso viene formalmente ufficializzata: da occasionale incidente di percorso a dichiarazione esplicita di censura, le cui motivazioni – già difficilmente sostenibili sul piano formale – potrebbero anche destare la curiosità dagli organi istituzionalmente preposti al rispetto dell’etica professionale, a partire dall’Ordine dei Giornalisti: al quale il direttore della testata è – si suppone – regolarmente iscritto e alle cui ordinarie norme di comportamento sarebbe dunque tenuto a rendere conto come qualsiasi altro collega.

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