venerdì, Aprile 19, 2024
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Il problema di Priolo? Il traffico

“Gli altri hanno beneficiato del periodo di fermo, noi no.” racconta Cinzia di Modica, attivista del comitato Stop Veleni da diversi anni in prima linea contro l’inquinamento industriale nel quadrilatero Augusta-Priolo-Melilli-Siracusa. “La zona industriale si sviluppa su trenta chilometri di costa, da Augusta a Siracusa, in cui si trovano all’incirca undici impianti chimici, petrolchimici, centrali elettriche, un inceneritore e un cementificio. L’attività industriale indiscriminata ha provocato nel tempo un disastro: aria, acqua e suolo sono state totalmente danneggiate e infatti il Ministero dell’Ambiente nel 1990 ha dichiarato tutta l’area ad alto rischio di crisi ambientale.”

Il polo petrolchimico ha irreversibilmente modificato l’ambiente della costa siracusana; dal 5 agosto 1950 i resti archeologici della città di Megara Hyblaea e le rocce calcaree della spiaggia di Augusta convivono, per profitto, con aziende invasive ed altamente nocive. È stato trapiantato, insomma, un gigante di latta in luogo impreparato e votato, fino al giorno prima, al pascolo delle pecore e alla pesca.

Questa fantastica città di fiamme, fumi, odori, grattacieli di alluminio, ferrovie, moli di metallo e cupole [..] comincia così con una fabbrica di benzina miracolosamente costruita da venti ingegneri milanesi e da duemila pecorai e carrettieri siciliani.” (G. Fava, Processo alla Sicilia)

“Quando tutto è iniziato non c’era sensibilità ambientale e ora noi risentiamo dell’attività industriale degli ultimi cinquant’anni. Questa zona è stata riconosciuta solo nel 1998 sito di interesse nazionale e quindi ha diritto alle bonifiche, però negli anni ci sono stati diversi accordi di programma, anche con fondi già stanziati, senza che poi si concludesse qualcosa. Abbiamo continuamente disturbi olfattivi causati dalle sostanze immesse nell’aria dall’attività petrolchimica; percepiamo maggiormente la cattiva qualità dell’aria, ma è per la totalità dell’inquinamento del territorio se la salute dei cittadini è compromessa.” spiega Cinzia con rammarico. Un recente studio di SENTIERI ha evidenziato come nel Sin Priolo si registri un eccesso di tumori maligni, rispetto alla popolazione del Sud e delle Isole, con un terzo della mortalità del paese legata proprio ai tumori: “C’è un’incidenza notevole qui e le malattie tumorali più diffuse sono la leucemia, il cancro alla trachea, bronchi e polmoni e a tutto l’apparato respiratorio in generale.”

E nemmeno il coronavirus ha favorito il calo dell’inquinamento: “Noi non abbiamo visto, rispetto alle altre città, tutto questo miglioramento, infatti, abbiamo avuto sempre disturbi olfattivi.” – continua Cinzia – “Negli ultimi due mesi l’ARPA ha condotto uno studio sulla qualità dell’aria: se nelle zone abitate c’è stato un calo del 50-70% di ossido di zinco e benzene, entrambi complici dell’inquinamento atmosferico, per l’assenza di traffico, lo stesso non si può dire della zona industriale che ha registrato solo il 30% in meno. C’è stata una riduzione, ma non quella sperata, perché Priolo è al centro dell’area industriale.”

“Anche se c’è chi cerca di far passare un altro tipo di messaggio come il CIPA,Consorzio Industriale Protezione Ambiente, organo di Confindustria; in pratica il controllore ha controllato sé stesso.” dice Cinzia. “Secondo loro in questo periodo c’è stata una sostanziale riduzione dell’inquinamento, grazie allo stop dei mezzi di trasporto, quindi il problema principale qui è il traffico, mica le industrie. Vogliono, a tutti i costi, evidenziare come la loro attività non incida sulla contaminazione del nostro territorio, ma due mesi di blocco non possono cancellare cinquant’anni di inquinamento.”

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