giovedì, Aprile 25, 2024
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La Regione alla scoperta del lavoro 

Mentre si chiedono dieci euro a pratica, fuori dal palazzo i lavoratori attendono la cassa integrazione.

“In merito allo “scandalo cassa- integrazione” in Sicilia è giusto chiarire che l’incentivo spetta ai lavoratori di ogni settore, è uno strumento di contrattazione” spiega Giovanni Abbagnato, ex funzionario della Regione Sicilia in pensione.

Dalla fuga di notizie sono trascorsi neanche dieci giorni, la narrazione dei vari giornali è frammentaria. Secondo la ricostruzione di “La Repubblica”: “I sindacati sono ora sul piede di guerra, perché vedono nella diffusione dei dettagli dell’accordo prima che questo fosse firmato un tentativo di delegittimare la categoria dei regionali (…) Ieri la ministra Fabiana Dadone ha annunciato l’invio di ispettori: “Mi lascia attonita apprendere della richiesta di ulteriori bonus retributivi da parte dei sindacati dei dipendenti della Regione siciliana.”

Da ciò emerge che gli errori della Regione Sicilia siano stati tre: “Non è un segreto che qui la burocrazia sia lenta anche se si tratta di un male che affligge tutto il paese”- vedi il caso Lombardia durante il corona virus- “ È entrata in gioco anche la scarsa organizzazione forse dovuta al carico di lavoro considerevole rispetto alla normalità. Inoltre la trattativa sugli incentivi non è stata gestita al meglio, bisognava fare il punto della situazione sul personale addetto ai lavori senza creare disagi come lavorare al di fuori dell’orario d’ufficio.”

“L’errore complessivo è stato considerare questo incentivo una misura straordinaria quando invece era previsto dagli accordi tra Stato e Regione. Dubito che ora i lavoratori potranno ottenere questo “premio”, la regione non ha fatto una bella figura.”

 E a proposito del valore del bonus “La Repubblica” scrive: “Si farebbe ricorso al fondo da trenta milioni per il salario accessorio: una quota di quei soldi oscillavano fra 300 e 350mila euro in tutto.”

Mentre alla Regione non si fa che pensare ai dieci euro per pratica, i siciliani contano gli spiccioli che hanno in tasca. I camerieri, gli operatori dei call-center e gli operai a casa da due mesi se fortunati hanno ricevuto un anticipo della cassa integrazione dal capo, altrimenti si sono adattati chiedendo supporto ai familiari in pensione o usando i propri risparmi. Ma non tutti i lavoratori sono in regola, infatti chi è in nero di solito usufruisce del reddito di cittadinanza. Eppure nelle ultime ventiquattro ore la Regione ha sbloccato altre trenta mila pratiche in Sicilia.

“La cassa integrazione permette di sopravvivere (e nemmeno) a chi ha uno stipendio basso. La Regione doveva pensarci prima ad un programma salva-persone, a prescindere dagli incentivi.”

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