venerdì, Aprile 19, 2024
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Il Muostro, chi ci guadagna e chi vuole imporlo per forza

A fare fronte comune con l’azienda, i dipendenti licenziati. “Ciò che mi dispia­ce di questo e di precedenti articoli scritti è che voi giornalisti ascoltate, poi scrive­te, giudicate e condannate, solo perché qualcuno vi ha riempito di storie e sto­rielle”, commenta uno di essi in coda ad un’inchiesta sull’Eco MUOStro di Ma­fia, pubblicata da una testata on line.

“So che Lei o qualcun altro risponderà… Le dico che 7 padri e madri di famiglia oggi sono senza lavoro. Lei ed altri parlano di infiltrazioni mafiose o presunte tali come esistenti da tanti anni all’interno dell’azienda e come mai ve ne occupate solo ora? Se è vero che sono sempre esi­stiti questi illeciti dove siete stati tutto questo tempo? Perché tutto na­sce in con­comitanza all’installazione del MUOS? Chi è stato quel gran genio che vi ha ac­ceso i riflettori su questa vicenda senza preoccuparsi di chi sta vivendo questa si­tuazione in prima persona? E pensate davvero che se quei lavori non li avesse eseguiti la Calcestruzzi Piazza, non si sa­rebbero mai fatti? Noi oggi sia­mo senza lavoro e per questo non sappia­mo chi ringraziare… Di certo non voi che sparate a zero sulla gente. Colpevole o no, non sta a me né tantomeno a voi de­ciderlo”.

Le esternazioni dei titolari e degli ex lavoratori della Piazza Calcestruzzi non sono piaciute per nulla all’Associazione Antimafie “Rita Atria”, che ha subito emesso un comunicato di solidarietà con i giornalisti e gli attivisti No MUOS nel mirino dell’impresa.

“È la solita storia: l’antimafia blocca i lavori, l’antimafia ferma l’economia, l’antimafia getta fan­go sulla brava gente – scrive il presidente Santo Laga­nà – Ogni volta che la mafia mette le mani su grandi lavori e quindi sui soldi, appe­na qualcuno si ribella e cerca di sensibiliz­zare sulla inopportunità di quei la­vori, ecco la pronta reazione condita dal soli­to, immancabile, ricatto occupaziona­le”.

“Se per la Prefettura di Caltanissetta l’azienda non ha i requisiti di legalità e trasparenza non può essere certamente colpa di un giornalista o dei cittadini onesti di Niscemi”, aggiunge la “Rita Atria”.

“I giornalisti e i giovani nisceme­si che da mesi si battono contro l’instal­lazione di questo MUOSstro, vengono invece at­taccati subdolamente. Il teorema è sem­pre lo stesso: Mafia? Forse! Ma al­meno lavoriamo. Una logica che da sem­pre ha consentito alle mafie di fare affari e cre­scere sui bisogni della gente e dei lavora­tori in barba a qualunque norma di vivere civile e soprattutto legale”.

Preoccupati del clima venutosi a creare con i devastanti lavori del MUOS pure i promotori della XV Carovana Antimafie (Arci, Libera e Avviso Pubblico con il sostegno di Cgil, Cisl e Uil). Così è stato deciso che proprio Niscemi ospiti una delle tappe siciliane dell’evento interna­zionale.

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