Il Muostro, chi ci guadagna e chi vuole imporlo per forza
A fare fronte comune con l’azienda, i dipendenti licenziati. “Ciò che mi dispiace di questo e di precedenti articoli scritti è che voi giornalisti ascoltate, poi scrivete, giudicate e condannate, solo perché qualcuno vi ha riempito di storie e storielle”, commenta uno di essi in coda ad un’inchiesta sull’Eco MUOStro di Mafia, pubblicata da una testata on line.
“So che Lei o qualcun altro risponderà… Le dico che 7 padri e madri di famiglia oggi sono senza lavoro. Lei ed altri parlano di infiltrazioni mafiose o presunte tali come esistenti da tanti anni all’interno dell’azienda e come mai ve ne occupate solo ora? Se è vero che sono sempre esistiti questi illeciti dove siete stati tutto questo tempo? Perché tutto nasce in concomitanza all’installazione del MUOS? Chi è stato quel gran genio che vi ha acceso i riflettori su questa vicenda senza preoccuparsi di chi sta vivendo questa situazione in prima persona? E pensate davvero che se quei lavori non li avesse eseguiti la Calcestruzzi Piazza, non si sarebbero mai fatti? Noi oggi siamo senza lavoro e per questo non sappiamo chi ringraziare… Di certo non voi che sparate a zero sulla gente. Colpevole o no, non sta a me né tantomeno a voi deciderlo”.
Le esternazioni dei titolari e degli ex lavoratori della Piazza Calcestruzzi non sono piaciute per nulla all’Associazione Antimafie “Rita Atria”, che ha subito emesso un comunicato di solidarietà con i giornalisti e gli attivisti No MUOS nel mirino dell’impresa.
“È la solita storia: l’antimafia blocca i lavori, l’antimafia ferma l’economia, l’antimafia getta fango sulla brava gente – scrive il presidente Santo Laganà – Ogni volta che la mafia mette le mani su grandi lavori e quindi sui soldi, appena qualcuno si ribella e cerca di sensibilizzare sulla inopportunità di quei lavori, ecco la pronta reazione condita dal solito, immancabile, ricatto occupazionale”.
“Se per la Prefettura di Caltanissetta l’azienda non ha i requisiti di legalità e trasparenza non può essere certamente colpa di un giornalista o dei cittadini onesti di Niscemi”, aggiunge la “Rita Atria”.
“I giornalisti e i giovani niscemesi che da mesi si battono contro l’installazione di questo MUOSstro, vengono invece attaccati subdolamente. Il teorema è sempre lo stesso: Mafia? Forse! Ma almeno lavoriamo. Una logica che da sempre ha consentito alle mafie di fare affari e crescere sui bisogni della gente e dei lavoratori in barba a qualunque norma di vivere civile e soprattutto legale”.
Preoccupati del clima venutosi a creare con i devastanti lavori del MUOS pure i promotori della XV Carovana Antimafie (Arci, Libera e Avviso Pubblico con il sostegno di Cgil, Cisl e Uil). Così è stato deciso che proprio Niscemi ospiti una delle tappe siciliane dell’evento internazionale.