giovedì, Maggio 16, 2024

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Sezione duecentosettantaquattro

Sarebbero dovuti andare a votare in ottocentosettantuno. Si sono presentati in trecentocinquanove. Centosessantacinque uomini, centonovantaquattro donne. Il quarantuno per cento. Sei cittadini su dieci hanno deciso di non andare a votare. L’affluenza tra le più basse d’Italia. Il 61,8% dei voti per la Camera dei Deputati è andato al Movimento Cinque Stelle.

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Per le strade del quartiere

CAF privati che diventano segreterie del politico candidato con tanto di manifesto gigante affisso fuori, gente che ritira pacchi della spesa, buoni benzina e schede telefoniche. Sentinelle e capibastone che controllano il territorio e quanti voti porta una famiglia in cambio di denaro.

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La scala dei grigi

Alla domanda sul perché spaventi l’idea, la sola idea, che la corrente più retrograda del Paese possa vincere le elezioni del 25 settembre, le risposte sono molteplici, e bruciano tutte come lame di coltello: «economicamente non sto bene e temo che le poche risposte che già ci sono verranno eliminate, visto che parlano di togliere il reddito di cittadinanza» e « ho paura che misure come la flat tax aumenteranno lo stato di necessità di molti a favori di pochi»; così rispondono in un video un gruppo di ragazzi su Instagram;

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-rete-AperturaevidenzaLe scarpe dell'antimafia

Il geometra e l’elefante

“Ma comu – sbotta il geometra Russo – che ci mancava gente esperta su ‘sti faccende? Mi ricordo, non tanto tempo fa, i carusi… come si chiamano… ah, sì, i Siciliani, i Siciliani giovani anzi, quelli che fanno i giornalisti e parranu sempri di Pippo Fava…”. Puru iu mi ricordu – fa Liotru” – passarunu dda piazza col camper con scrittu “Scarpe dell’antimafia” e poi, beddu grossu, “I soldi dei mafiosi a chi lavora”.

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-rete-AperturaevidenzaSenza categoria

Condannato non può fare il Sindaco: Meloni lo candida capolista al Senato.

Se volete sapere com’è fatta questa nuova destra che avanza e che tutti danno per vincente, dovete guardare a Catania. Salvo Pogliese, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, fino a ieri è stato Sindaco “sospeso” della città. Sospeso, ai sensi della Legge Severino, perché condannato in primo grado per peculato: ha utilizzato i soldi della Regione riservati ai gruppi parlamentari per spese personali. Nonostante tutti gli inviti alle dimissioni, “perché una città complicata come Catania non può restare senza Sindaco”, lui ha sempre rifiutato. Fino a oggi.

 

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