venerdì, Aprile 19, 2024
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Diario dalla rete dei Siciliani giovani

Notti insonni, articoli, litigate…

Mettiamola così. Non stiamo andiamo a un festival organizzato da persone im­portanti. Ma a un incontro civile e uma­nissimo.

Alessandro dice: “Ci sono giorni in cui nel volto di ogni persona che incontri per strada vedi l’indifferenza, la rassegnazio­ne. Altri giorni in cui al posto del grigio vedi una luce. La speranza, la consapevo­lezza, l’energia. La voglia e il corag­gio del riscatto. Senti che si è tutti la stessa cosa, che il tuo cuore batte esatta­mente allo stesso ritmo dei loro. Che si va tutti nella stessa direzione: in questi giorni le perso­ne si incontrano, si siedo­no, ascolta­no, ri­dono e si commuovono”.

E Paola ci spiega come hanno organiz­zato il festival:

“Il Grido della Farfalla è cura per i det­tagli. Come dire la brocca dell´acqua di Giorgio, il tavolino della mamma di Ales­sandro, le sedie di casa di Ambra, il faret­to di Andrea, la prolunga di Fabio, i fo­glietti stampati da Silvia, le birre comprat­e da Canto, i bicchieri lavati con En­rico, i fili colorati appesi da Ale, gli spes­sori per il palco disposti da Massimo, i twitter in­viati da Claudia, e tanto altro ancora”.

“C´è un lavoro certosino di comunica­zione, burocrazia, notti insonni, articoli, telefonate e litigate. E alla fine c´é la fidu­cia in gruppo di persone”.

Chi partecipa a queste giornate in cui ci si scambia informazioni sul giornali­smo in Italia? Mila Spicola, Girolamo De Mi­chele, Maurizio Fiasco, Gianfranco Pa­squino, Luca De Biase, Maria Pia Pas­sigli ed Antonio Mumolo, Walter Passeri­ni, Nadia Somma, Alessandra Bagnara, Clau­dio Lanconcelli, Marta Gatti, Fulvio Di Giuseppe, David Oddone, Gaetano Alessi, Loris Mazzetti, Carla Baroncel­li.

Il Grido della Farfalla porta con l’infor­mazione libera un confronto tra le persone – spiega Andrea – Il nostro Paese in questi anni viene tirat­o da ogni parte in cerca di strappi e per qualche giorno di maggio, in una piazza, si possono conoscere persone che quoti­dianamente agiscono per ricuci­re. Tirano i razzisti, tirano coloro che ab­battono la cultura e la scuola, tirano i cor­rotti e i col­lusi. Il Grido riunisce giornali­sti e profes­sori che non si chiudono nel loro interesse privato, con la speranza di con­taminare impegno civile e personale”.

Il premio per il giornalismo d’inchiesta lo vincono Andrea Palledino e Luciano Scaletteri con “L’ultimo viaggio di Ilaria Alpi e Miran”, e Antonio Mazzeo per “Mafia-Stato: la trattativa continua ora”, un’inchiesta dei Siciliani giovani. Altri premi li vincono Claudia Campese di Ctzen, con “Confiscate e abbandonate”, e la redazione del Clandestino con “Ami­ci strozzini”. A David Oddone, Luciano Bru­no e a me premi honoris causa.

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A Ravenna, a Piazza Garibaldi ogni do­menica fanno un mercatino dell’anti­quario e dei libri usati. C’é un’associazio­ne che si occupa di raccogliere i vecchi libri, cata­logarli, e rivenderli. Chi li ordi­na e li cata­loga? Dei ragazzini seguiti da volontari. Ragazzini con problemi di in­serimento.

Ci trovo una prima edizione della Letter­e di Don Milani. Le rileggiamo con Lu­ciano, e pensiamo al legame tra quella esperienza e ogni altro tassello di espe­rienze di gruppo, da Barbiana a Raffada­li, o da Bologna a Catania, o da Ravenna a Ragusa e a Modica. E ai ragazzi dello Zuccherificio, col loro “cercare altre per­sone che conoscono” uscendo da un’insofferenza generalizzata. Non sia mai che “leggendo il giornale si prende la prima pagina ed il titolo e basta.”

Il giorno prima a Palermo

Il giorno prima a Palermo. Andando dall’autostrada verso Capaci, fino all’aero­porto. In macchina, stiamo at­traversando il luogo della strage. In silenzio a chieder­ci, cosa significa avere coraggio da spen­dere una vita, da usarla sino in fondo. An­diamo a prendere un premio, il dono di paro­le accolte e restituite e siamo felici di esser stati scelti. Andiamo a testim­oniare una responsabilità, una posi­zione che for­se non siamo capa­ci di ge­stire. Portiamo con noi delle consapevo­lezze e delle feri­te. Sap­piamo perfetta­mente che c’è chi ride di questo, ma – insieme – possia­mo andare. Con la nostra pazzia, possia­mo ri­prendere la pen­na, e la parola.

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Andare a Ravenna è un passag­gio, un movimento in cui ciò che conta è la possi­bilità di collegare delle storie, di mettere insieme dei cocci, di portarsi in­dietro con la memoria per non dimentica­re.

Un famoso giornalista in questi giorni viene a spiegarci in televisione, come la Sicilia sia una fogna del potere. Non è una gran constatazione, né gran giornalismo.

La denuncia vera in­vece è quella fatta da quel giornalista che da una cittadina del messinese paziente­mente va e viene da Niscemi, a dare una mano alla gente dei No Muos. Oppure la sovrae­sposizione della vita quotidiana in un piccolo paese, il giorno dopo avere denunciato i brogli. O llavorare a un giorna­le senza avere i soldi per pagar­si l’assicu­razione e la ben­zina della moto. Metterci la faccia e la passione per orga­nizzare un giornale e un festival del giornalismo a Ragu­sa, come i ra­gazzi del Clandestino. Op­pure stare su al nord come Ester a lottare tra i testi anti­chi e i poteri che ti vogliono cambiare.

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Così oltre il silenzio, oltre le parole, an­che noi osiamo ri­dere allegramente, alla Totò e Peppino. Ma solo una volta percor­so il trat­to da Capaci all’aeroporto, solo dopo che il check ci ha fatto pagare la multa per es­serci portati appresso troppi giornali, quei “Casablanca” e quei fogli dei Sici­liani giovani, quel disegno di leg­ge di Giovan­ni Campo – dimenticato – sul rior­dino del territorio italiano, e la prima biografia di Pippo Fava scritta da Rosal­ba Cannavò troppi anni fa.

Un pensiero su “Diario dalla rete dei Siciliani giovani

  • Bel pezzo! Diciamo, per essere più specifici che il gruppo Lavori in corso non si è diretto da nessuna parte, nesssun dossier. Si è piegato per formare un cerchio. I cerchi non si spezzano di solito, se hanno coscienza della loro forma. Evidentemente questo non ce l’ha fino in fondo. In bocca a lupo per tutto e mi dispiace di non essere dei vostri al momento.

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