venerdì, Aprile 19, 2024
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Catania, ancora fiamme per i Rom.

Una nube alta fino al cielo.

Nessuna traccia delle decine di famiglie di Rom scampate all’incendio che venerdì 15 ha distrutto il loro grande campo di via Madonna degli Ulivi, vicino al cimitero, a Zia Lisa.

campo Rom di Zia Lisa, foto Domenico Stimolo

Uomini donne e bambini, inseguiti dalle fiamme, sono fuggiti tutti non si sa dove. “Avranno cercato accoglienza in altri accampamenti”, commentano tranquillamente le istituzioni.

Le fiamme, violentissime ed improvvise, in brevissimo tempo hanno totalmente raso al suolo la “struttura abitativa”. Solo grazie al pronto intervento dei Vigili del fuoco, encomiabili nell’azione, è stata evitata una strage.

Il campo Rom di Zia Lisa, lungo circa duecento metri e largo oltre settanta, strapieno di poverissime ed improvvisate, abitato da almeno cinquecento persone (moltissimi i bambini), era già stato devastato da “improvvisi incendi” il 22 dicembre 2009 e il 1 agosto 2015. Già nel maggio del 2008 la povera struttura abitativa era stato forzosamente sgomberata. Anche la baraccopoli (Rom e senzatetto) di Corso Martiri della Libertà è stata più volte colpita e distrutta da incendi gli ultimi il 17 giugno 2016 e 17 gennaio 2014.

Sulla natura dell’incendio non c’è, ufficialmente, alcuna supposizione. Sarà solo una coincidenza che il giorno dopo, sabato, un altro improvviso incendio sia scoppiato nella grande area di rimessa gestita dal Comune fra Monte Po e San Giorgio, incenerendo una trentina di roulotte depositate dopo lo smantellamento del campo Rom di Fontanarossa del dicembre del 2012.

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Nel pomeriggio di domenica una pesante coltre di fumo pervadeva ancora la zona. Nella devastazione totale, i Vigili del fuoco erano ancora al lavoro. All’ingresso del campo – delle macerie del campo – una trentina di bombole, fortemente annerite, portate subito fuori dai Rom per evitare esplosioni.

Le varie comunità catanesi – centinaia di esseri umani – sarebbero in teoria protette dalle precise norme di garanzia della Comunità Europea (oltre che della nostra Costituzione, sempre più ignorata). Acqua, riparo, servizi sanitari, smaltimento rifiuti, integrazione sociale sarebbero un loro preciso diritto.

Ma per i Rom di Catania, come per i tanti senzatetto, migranti, clochard che sempre più numerosi vivono qui in degradazione, la realtà è ben differente. La città è piena di esseri umani considerati veri e propri scarti a perdere, costretti a vivere perennemente accampati sulle loro miserie. Dai poteri locali è completamente assente qualsiasi aiuto ai diseredati di tutte le malesorti e specie. Non è mai stato realizzato un adeguato campo attrezzato con alloggiamenti e i requisiti igienico-sanitari indispensabili.

Poveri, disoccupati senza speranza, senzacasa, abitatori delle strade, migranti indigenti e “clandestini” restano abbandonati al loro tragico destino, lasciati dalle istituzioni alla carità dei volontari e delle associazioni che in questo sfacelo cercano di supplire alla meno peggio ai doveri e ai diritti declamati dalla Costituzione.

Silenzio delle istituzioni, e silenzio di ciò che qui si chiama – chissà perché – l’”informazione”. Poche righe in cronaca e poi basta.

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