giovedì, Ottobre 10, 2024
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Camaro batte Tor Sapienza

Nel quartiere di Camaro Superiore, un’area “difficile”, disagiata e popolare (come il Tor Sapienza), dell’estrema pe­riferia messinese, da tempo c’è la Casa Mosè.

Un Centro di Prima Accoglienza istituito in un edificio concesso in como­dato d’uso all’associazione delle Suore Figlie di Maria. Un protocollo d’intesa viene stipulato con l’assessorato comu­nale alle Attività Sociali. Dal dicembre del 2013 ha ospitato circa cento minoren­ni migranti – non accompagnati dai geni­tori -. Un’attività di accoglienza, soste­gno e solidarietà – gestita dall’Aibi, “Amici dei bambini” -, egregia. Denomi­nata “ Bambini in alto mare”.

Poi, la drastica “svolta”. I fondi pubbli­ci (promessi) a sostegno di un’azione co­mandata dalle nostre norme costituziona­li, non ci sono più (circa 20 euro giorna­lieri per migrante).

Parte lo sloggio. Il Comune è ancora in attesa dei 120.000 euro stanziati a favore dei Misna – I Centri dei minori migranti non accompagnati -. Ci sono 18 ragazzi­ni africani.

Ebbene, i cittadini, in tanti, non ci stanno, e si ribellano. Manifestano per diversi giorni davanti a Casa Mosè. A sostegno dei ragazzini migranti, per non farli mandare via!

Al centro della cancellata principale un grande cartello: “Siamo tutti africani”.

Ben altro degli sputi e dei sassi… vola­ti nel quartiere romano. Le leggi razziali in Italia ci sono state già state, operate dal regime fascista dal 1938.

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