giovedì, Aprile 25, 2024
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Una giornata particolare

Musica per ricordare

PIPPO FAVA E GLI INVISIBILI: UNA NUOVA CIVILTA’

“Parole e musica per ricordare Giu­seppe Fava” è il titolo della giornata che abbiamo dedicato a Pippo Fava il cinque gennaio. Comincia presto, alle 10.00 del mattino al Gapa, nel quartiere di San Cristoforo. Arriva il Procuratore Salvi. Lo Stato, o almeno una parte del­lo Stato, che egli rappresenta, è qui, se­duto in prima fila, per Fava, con i no­stri bambini di San Cristoforo.

Si alza in piedi Caru­so del Gapa. Rac­conta che in questi ultimi trent’ anni, da quel terrib­ile 5 gennaio 1984, quan­do il “maestro” fu ucciso, l’impegno è conti­nuato con un’atti­vità di antima­fia socia­le. Accusa lo Stato di essere assente, proprio nei quartieri a ri­schio. Poi iniziano i bambini dell’Orchestra Falco­ne Borsellino. Suonano “Alla rustica” di

Vi­valdi. Li dirige Andrea La Monica, gio­vane maestro italiano che da alcuni anni se­gue la scuola creata dalla nostra “Città in­visibile”. Spiega l’importanza di questo progetto educativo.

L’orchestra è un corpo unico composto da parti diverse, che si armonizzano per­fettamente se ciascuno impara a rispettare lo stesso tempo degli altri, e se si impara ad ascoltarsi a vicenda.

I bambini di San Crisotforo

Questi bambini, provenienti dai quartie­ri San Cristoforo, Librino di Catania, da Adrano, Biancavil­la, Santa Maria di Lico­dia e da Siracusa, sono un esempio dell’ efficacia del metodo usato dal Sistema venezuelano creato da Abreu e inserito nella scuola della “Città invisibile”.

Un percorso che utilizza la mu­sica come strumento per insegnare il ri­spetto delle regole, fornisce gratuitamente gli strumenti, i maestri ed ogni esperienza altra formativa. Tra i docenti vi sono sem­pre stati maestri venezuelani che sono ospitati come volontari della scuola, e ap­plicano il metodo in modo fedele.

Veri e falsi sistemi

In Italia c’è anche un ente nazionale, guidato da esponenti del Pd, che dichiara­no “Sistema” attività progettuali inseriti nei Pon scolastici o percorsi individuali, non orchestrali, in cui i ragazzi coinvolti sono allievi dei conservatori e dei teatri.

Questo non è il vero Sistema Abreu. Ep­pure, queste scuole che fingono di realiz­zare il progetto di Abreu ottengono finan­ziamenti pubblici consistenti in Sici­lia.

Ad esempio, il teatro Bellini di Catania, (perennement­e in deficit per lo sperpero di denaro pubblico) ha di recente incassa­to un finan­ziamento di 4,3 milioni di euro dal “Pon si­curezza”, fondi destinati ai bambi­ni poveri delle città siciliane, ma as­segnati senza bando al teatro per realizza­re un progetto di “legalità con la musica”.

Da anni a costo zero

Un progetto che noi qui alla “Città Invisibile” realizziamo invece da anni a costo zero, coinvol­gendo oltre 470 ragazzi e 5000 giovani.

Con 4,3 milioni di euro in 10 anni noi avremmo potuto aprire seicento scuole rag­giungendo quasi tre milioni di bambini, po­tendo formare minori non solo siciliani ma di tutta Italia. E invece “La città invi­sibile” è osteggiata dalle istituzioni, persi­no nella richiesta di una sede propria.

Se ci fosse Fava

Se ci fosse stato Fava questi fatti non li avremmo dovuti denunciare da soli. Li avrebbe scritti lui.

Fava, il grande giorna­lista, il maestro della verità, rimane inso­stituibile: la sua voce era unica, forte e chiara, spietatamente veritiera, insomma straordinariamente giustiziera del marcio e della corruzione. Era il laboratorio di al­tre voci come la sua. Era un grido unani­me contro lo sperpero di denaro pubblico a vantaggio di soliti noti.

E in questo ser­vizio che generava alla nostra terra, egli era il riscatto dei deboli, della gente one­sta, e quindi anche di quelli come noi, se volete, di tutti noi volontari senza padroni.

“Suoniamo e lottiamo”

La musica prodotta dai poveri strumenti dei nostri ragazzi, le parole di verità di Pippo Fava, il lavoro e l’impegno messo dai ragazzi per il raggiungimento di un ri­sultato inaspettato eppure realizzabile, rappresentano la voce eccellente degli in­visibili che ogni giorno “suonano e lotta­no” come recita il nostro motto). Gli unici che riusciranno, come ha affermato Ric­cardo Orioles, a cambiare in meglio la no­stra città, il nostro Paese.

Alfia Milazzo

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