Rompiamo il silenzio sull’Africa
“Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa.”
Leggi tutto“Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa.”
Leggi tuttoSulla nave novecentotrentadue persone, la maggior parte provenienti dall’Eritrea, paese africano che ha subito la colonizzazione italiana per più di cinquant’anni. Alcuni ragazzi si appoggiano nel bordo della poppa, proprio vicino al nome dell’imbarcazione, e guardano la banchina del porto piena di persone aspettando di scendere. Tra questi, uno alza la mano come in un gesto di vittoria. Nel frattempo un operatore porta una barella sopra la nave.
Leggi tuttoQuattro lampi, quatto colpi e uno dei ragazzi viene ucciso, uno ferito e il terzo si salva. È stato ammazzato un sindacalista, quel ragazzo del Mali, fuggito da fame e guerre per trovare lavoro e giustizia sociale.Questa è la prima uccisione, dell’Era Salvini, vicepremier e ministro degli Interni, che da diversi anni semina odio per gli emigranti. Come gli emigranti contadini fuggiti dal sud d’Italia perché qualcuno non voleva dare loro le terre da coltivare.
Leggi tuttoIl Comando NATO spiega che le operazioni di pattugliamento sono “missioni di routine che si svolgono da lungo tempo a salvaguardia dell’integrità” dello spazio aereo dell’Alleanza. “Secondo le regole della NATO, le forze alleate hanno sempre pronti operativamente i propri caccia, 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana, in tutta Europa”.
Leggi tuttoLa diseguaglianza cresce a vista d’occhio. Senza giustizia – una giustizia che comprende la Riforma Agraria, Tributaria, Politica e dei sistemi di sicurezza – cresce la violenza in tutto il Paese. Un giorno – pensa qualcuno – le grandi periferie abbandonate potrebbero ribellarsi per la fame e assaltare i supermercati e i centri urbani; e là comincerebbe una violenza senza fine, e quindi la repressione dello stato golpista, appoggiato dai mass-media conservatori e da un esercito ai cui comandanti “prudono le mani”. E tutto ciò, alla fine, non cambierebbe niente.
Leggi tuttoChi parla è il machi Celestino Cordova Tránsito, un giovane uomo di trentunanni alto circa un metro e ottanta, robusto, con mani grandi e capelli lunghi e scuri raccolti in una coda. È una delle guide spirituali del popolo Mapuche, famoso perché è rinchiuso da cinque anni nel carcere di Temuco. Il 23 aprile ha interrotto uno sciopero della fame durato centouno giorni: la sua richiesta sono quarantotto ore di libertà, il tempo giusto per ripetere il suo rito nel luogo sacro chiamato rewe.
Leggi tutto“Ci siamo registrati come abitanti, abbiamo fatto domanda per un progetto agro-ambientale presso la MSA (la previdenza sociale agricola, ndt). Non abbiamo mai avuto risposta e oggi ci cacciano. Sembra uno scherzo, è disgustoso!”.
Leggi tutto“Tra le tante iniziative che la Regione Veneto condivide con l’Esercito italiano ci sono quest’anno le celebrazioni nelle scuole per il centenario della conclusione della prima guerra mondiale”, ha dichiarato Donazzan. “Con il Comando Forze Operative Nord abbiamo condiviso la comune intenzione di coinvolgere sempre più le scuole promuovendo la presenza di rappresentanti dell’Esercito in occasioni e incontri formativi […]”.
Leggi tutto“Facevo il cuoco con tanto di diploma, capito? Prendevo il minimo sindacale: duecentosettanta mila pesos e a diciotto anni avevo già una figlia. ‘Cambio’, mi dico, e trovo posto in un’azienda che serve Arauco, quella che pianta alberi e fa legna. All’inizio andavo a lavoro in autostop. Ora sono sei anni che riparo macchine industriali per seicentoventiquattro mila pesos, dodici ore al giorno… Se è pericoloso? Certo! Posso bruciarmi, cavarmi un occhio, tagliarmi un dito: ma che posso fare?”.
Leggi tuttoLa sala d’attesa della Policia de Investigationes non è altro che una fila di sedie davanti ad un piccolo ufficio. Qui ci stanno i sospetti terroristi, gli haitiani, i turisti con pochi soldi oppure quelli che hanno portato delle banane ma non lo hanno dichiarato. Già, in Cile se provi a far entrare frutta stai facendo un attentato.
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