martedì, Luglio 29, 2025

Mondo

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Bergoglio. La scalata ai vertici

Nel Collegio Immacolata della città di Santa Fe, dove studia l’alta borghesia locale, c’è un museo che ricorda il suo passaggio. Vi si esibisce una specie di riproduzione del suo umile dormitorio: un piccolo letto e un comodino sono tutto il mobilio. E oggi, molti lo definiscono, appunto, il “papa umile”. Altri, tuttavia, ritengono che queste cose siano parte di una strategia verso la santità e siano un modo per trovare empatia nei settori popolari.

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La cinquantunesima stella – I No MUOS premiati per la pace

Il 1 settembre 2017 ad Aquisgrana c’è stata la consegna ufficiale del Premio di Aachen per la pace al Movimento No Muos, il più prestigioso premio europeo per la Pace.

L’assegnazione del Premio per la Pace è un incoraggiamento a proseguire la battaglia contro la militarizzazione della Sicilia e del Mediterraneo, contro i micidiali respingimenti di migranti di Frontex e dei governi europei, contro le guerre imperialiste che insanguinano il Pianeta, di cui il sistema MUOS, con le sue quattro stazioni sparse nel Mondo, di cui una a Niscemi, è uno strumento essenziale.

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La solidarietà non è un crimine

Tutte le segnalazioni sono il frutto di richieste di aiuto che mi sono state indirizzate non da battelli in partenza dalla Libia, ovvero al momento di salpare, ma da natanti in difficoltà al largo delle coste africane, al di fuori delle acque territoriali libiche e comunque dopo ore di navigazione precaria e pericolosa. Quando mi è stata comunicata nella richiesta di aiuto, ho specificato anche la posizione in mare più o meno esatta del natante (…). In buona sostanza, cerco di avere ogni volta le informazioni che mi sono state indicate proprio dalla Guardia Costiera Italiana. 

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La Marcia per la giustizia. Un nuovo inizio per la Turchia?

Kılıçdaroğlu non si è fatto intimidire e ha continuato. Se all’inizio lo scetticismo sull’efficacia della marcia era diffuso, chilometro dopo chilometro, in un caldo torrido, il Gandhi turco, come è sovente chiamato in patria per via della somiglianza fisica con il mahatma, ha finito per essere accompagnato da migliaia di persone dalle idee politiche molto diverse ma determinate a chiedere giustizia per tutti.

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L’appartamento afghano

Dopo nove anni di guerra, iniziati con l’intervento dell’Unione Sovietica nel 1979, l’Afghanistan è entrato in un nuovo periodo di turbolenza politica e intensi conflitti. Oggi, la principale speranza delle persone fuggite dai loro paesi, è di raggiungere la Turchia. Una volta arrivati vengono condotti in vecchi edifici desolati intorno alle aree di trasformazione urbana di Istanbul.

Tra di loro moltissimi giovani in cerca di una vita normale e di nuove possibilità.

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Brasile – Il golpe contro Mani Pulite

Dopo l’elezione del 2014 il governo Dilma evita la crisi, voleva impedire che il Brasile vivesse una forte contrazione economica e che la disoccupazione esplodesse, ha proposto la riduzione delle tasse.  Una decisione per incentivare gli investimenti privati, tramite interessi bassi e molto credito. Eppure il settore privato non ha reagito. La riduzione delle imposte non si è trasformata in nuovi investimenti, bensì in profitti maggiori per le imprese. Si è poi saputo in queste ultime settimane che già all’indomani della sua seconda elezione sono iniziate le manovre per “comprare” centoquaranta eletti.

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Migranti, salvare le vite prima di tutto

Troviamo insieme forme e modi per far sentire nelle nostre città, davanti alle prefetture, ai porti, la voce troppo spesso rimasta isolata di chi non vuole essere ancora complice di ulteriori misfatti. Verrà presto il tempo delle decisioni politiche, nazionali e dell’Unione, verrà la necessità di uscire da un approccio emergenziale e proibizionista che porta soltanto a riempire ogni giorno sempre di più quella fossa comune che è oggi il Mediterraneo Centrale. Ma oggi, qui e ora, dobbiamo decidere, anche individualmente, da che parte stare.

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Le disumane condizioni di vita nel Cara di Mineo

Il recente rapporto del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, denuncia le pessime condizioni di vita e la mancanza del rispetto dei diritti fondamentali delle persone trattenute nel Cara e in diversi centri governativi italiani. Come associazioni esprimiamo il nostro incondizionato sostegno alle proteste dei richiedenti asilo. Le istituzioni accolgano le loro richieste, anziché risolvere il problema come una questione di ordine pubblico. Invitando i media a dar visibilità e voce a chi da anni non ne ha più avuta.

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“Giochiamo a guardie e ladri?”

“È un anno che sono qui in Grecia”. Uno di loro si ferma a parlare alla fermata dell’autobus, ansima a bocca aperta mostrando i denti, eccitato dalla corsa. “E da un anno provo a scavalcare quella rete”. Saif è scappato dall’Iran tempo fa. Ha il viso rettangolare con un pizzetto scuro attorno a un sorriso bianchissimo e tiene i capelli lunghi raccolti da un elastico. È alto, ha un fisico da cavaliere, potrebbe avere trent’anni. Il sole non lo aiuta a recuperare il fiato e l’asfalto davanti al porto di Patrasso gli butta in faccia l’aria umida e calda.

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