venerdì, Aprile 19, 2024
-mensile-InchiesteReportage

“Niente, non è successo niente”

Avete mai sentito parlare di Milazzo? No? Meno male. Perché esattamente un mese fa, il 27 settembre 2014, questa “ridente cittadina sul Tirreno” per alcune ore ha rischiato di finire sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo per un terrificante incidente petrolchimico, alla fine rientrato. “Ci ha salvato la Madonna” dice don Peppe Trifirò, il vecchio parroco che da anni si batte contro l’inquinamento della locale mega-raffineria. Forse. Ma se an­che le autorità preposte le dessero una mano (controllo dei livelli chimi­ci, serbatoi non a ridosso delle case, piani d’evacuazione adeguati e tutto il resto) forse non sarebbe male 

“IL PROBLEMA DI MILAZZO? LA PUBBLICITÀ!”

di Riccardo Orioles

“Quello che ci vorrebbe è una bella campagna pubblicitaria nazionale, per far conoscere a tutti le bellezze della no­stra bella città! La gente deve smetter­la, appena si dice Milazzo, di pensare alla raffneria! Il cielo, il sole, il mare, questo bisogna dire per il turismo!”.

Già. Il fatto è che dalla sera in poi Mi­lazzo è praticamente isolata dal resto del mondo e d’estate, di notte, è pieno di turi­sti che bivaccano alla stazione di Messina, in attesa dei primi treni del mattino. Nean­che ripartire da Milazzo via treno è tanto facile, con la stazione a casa del diavolo, un paio d’impiegati superstiti che s’arrab­battano alla meno peggio, il bar della sta­zione sbarrato e sostituito da un paninaro e un clima da film giapponese dopo il pas­saggio di Godzilla.

Ci sono vari pezzi di spiaggia ancora li­beri (a pochi metri da uno hanno appena costruito un magnifico pa­lazzone da cin­que piani) e il mare, se non sei un perito chimico con le tue provette appresso, ti sembra buono. Sul lungomare, una robusta statua di Luigi Rizzo (l’eroe cittadino, con Garibaldi) mi­naccia col pu­gno alzato la Raffineria: è l’unico milazze­se che osa farlo. “E’ succes­so qualcosa?” dicono, riluttanti, tutti gli al­tri.

Il risveglio del mostro

Dicevamo Godzilla: e anche qui, stando attento, senti l’aria del mostro. Lo sanno tutti, in realtà, non c’è bambino o vecchio milazzese che non sappia benissimo che cosa stia dormendo là sotto. Ma è meglio non sfruculiarlo. Casomai si risveglia…

Il mostro s’è risvegliato va­rie volte in pas­sato, la peggio­re è stata il 4 giugno del ’93, all’ora della pausa-pranzo aziendale.

Il pranzo arriverà con quindici minuti di ritardo, quel giorno, alla mensa della Raffineria, così invece dei soliti 200 operai alle 13.20 ne usci­rono solo sette. L’esplosione del Topping 5 li disintegrò in un baleno: qualche scheggia d’acciaio fu ritrovate a cento metri.

Perciò ora, quando la notte fra il 27 e il 28 settembre le fiamme hanno raggiunto il cielo, i mi­lazzesi non hanno perso un istante a cata­pultarsi dal tetto e fiondarsi mezzo vestiti per la strada. Per andare dove? Il piano d’emergenza della raffine­ria, chi ha la for­tuna di conoscerlo, preve­de che in caso di guai bisogna chiudere ermetica­mente le fi­nestre e non fare mosse sbaglia­te. E poi? Te ne scappi? Scappi dove? Qua­li vie? Quali istruzioni? Non ce n’è.

Così, mentre i coraggiosissimi pompieri e operai lottavano per salvare il paese da una mezza Fukushima, i milazzesi che non erano imbottigliati negli ingorghi pregavano tutti i santi che conoscevano, e bestemmiavano tutte le autorità esistente; a San Filippo, a poche decine di metri dai serbatoi (gli puoi tirare un sasso dalla finestra di casa, se ti va: ma non ti consiglio di farlo) bestemmie e preghiere erano più tremanti e più forti.

Padre Giuseppe Trifirò, parroco di Pace del Mela (prov. Messina, ab.4755, m.215 s.l.m..)

“La Madonna ci ha salvato, la nostra Madonna della Catena!” disse poi padre Peppe, il buon parroco che da anni lotta contro l’inquinamento diquesto e degli al­tri mostri. La Sacelit, con l’amianto, ne ha fatti fuori centoventi, fra operai e mogli e figli: l’ultimo, Giuseppe Gitto, è morto po­chi giorni fa; e ancora (denunciano Maio e Ginatempo di Zero Waste) qua non hanno ancora fatto il Piano Protezione Amianto!

Sono un sacco le cose che non hanno fatto: per l’amianto, per la raffineria, per la centrale a carbone, per tutto. Ma perché?

S.E. Rev.ma Mons. Calogero La Piana, arcivescovo metropolita Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela e Archimandrita di Messina

La migliore risposta l’ha data un candi­dato sindaco locale, più lucido – involonta­riamente – dello stesso Carlo Marx. “La raffineria è un’azienda, ha detto nel comi­zio, e lo scopo delle aziende è fare profit­ti. Dire alle aziende di riconvertire è idio­ta! Le aziende restano finché fan­no un euro di profitto, poi chiudono e se ne van­no”.

Ecco perché l’idea diffusa qui, è di non disturbare Godzilla. Se si arrabbia, chiude e se ne va… In realtà, tutti i Godzilli d’Europa – ramo raffinerie – hanno chiuso o stanno chiudendo a uno a uno. Non è più un affare, raffinare petrolio da questo lato del ciclo: meglio farlo laggiù. Perciò un bel giorno anche qui, nella terra bruciata, non resteranno che gli escrementi di Godzilla: “Io so’ io, dirà Godzilla andandosene, e voi non siete un c***. Perciò, affari vostri!”.

Ma non sarebbe meglio cominciare a organizzarsi subito, i lavoratori di Godzilla, e cominciare finché s’è in tempo a legarlo, ad accordarsi coi contadini, a imbavagliargli il fiato? Eh, facile a dirsi.

Poi, chi lo sa, forse è anche peccato. Al povero prete di qua, quello che ce l’ha con l’inquinamento, sta arrivando – dicono qualche “benedizione” non tanto benevola dalla Curia… Don Camillo aveva un ve­scovo di buon senso, ai tempi suoi, e po­teva contare su Peppone. Ma ora…


Promemoria

COME VORREMMO SALVARCI LA PELLE

Le associazioni e i comitati ambientali di Milazzo e Valle del Mela, e parecchi amministratori locali, hanno elaborato un Memorandum per il diritto alla vita, alla salute e alla sicurezza sul lavoro.

Eccone i punti essenziali:

  • Coordinamento di tutti i Comuni del­la zona per prendere sempre insieme – e col con­corso di associazioni e comitati – ogni decisione a carattere ambientale;
  • Definire subito il Piano di Emergenza Comprensoriale;
  • Immediata rimozione dei pericolosis­simi serbatoi adiacenti alle case;
  • Coinvolgere i Comuni nelle procedure di autorizzazione industriale;
  • Comunicare con pubblicità e chiarezza i risultati dei controlli sanitari e ambientali;
  • Creare una rete di monitoraggio vera e completa; stanziare con priorità i mezzi per l’adeguato funzionamento di Arpa;
  • Screening tossicologico su vasta scala;
  • Progetto per lo sviluppo al­ternativo della, col contributo di università, ordini professio­nali e asso­ciazioni ambientaliste;
  • Dissalatore per evitare le acqua di falda;
  • Piano di Risanamento della zona, con serie attività di bonifica e ri­qualificazione;
  • Finanziamento del Registro Tumori;
  • Potenziamento delle strutture sanitarie per patologie croniche ed emergenze;
  • Accertamenti periodici sulla percezione di rischio ambientale;
  • Introduzione del concetto di Valutazione di Impatto Sanitario.

Invitiamo tutti i Comuni della zona ad appoggiare questi obiettivi e a non consen­tire alla Raffineria e alle al­tre industrie a rischio di realizzare nuovi im­pianti, e di ri­chiedere periodiche ispe­zioni straordinarie (Ispra/ Arpa /Ctr); e a elaborare con le as­sociazioni, i comi­tati e la cittadinanza la pianificazione degli interventi da realizza­re a carico delle industrie presenti.

Richiamiamo inoltre tutte le forze politi­che e sindacali al dove­re di sostenere con serietà, disinteresse e determinazione la lotta delle popolazioni per il diritto alla salute e alla vita, senza tentare di scatenar guerre fra poveri in nome di un diritto al lavoro che può essere sostenuto realmente e senza false promesse solo dai movimenti democratici, non cer­to dalle multinazionali basate sulla sola logica del profit­to.

Hanno firmato il Memorandum: padre Giuseppe Trifirò, Associa­zione Abc Sike­lia, Associazione Consuma­tori Siciliani; Italia Nostra di Milazzo; As­sociazione Il Maestrale; Associazione Adasc, Comitato Luciese Salute e Am­biente; Coordina­mento Ambientale Mi­lazzo-Valle del Mela , Co­mitato Lenzuoli “27 settembre”, Comi­tato Respi­riamo Monforte; Comitato Tute­la Ambiente- Ar­chi; Isde; Tsc, Ucid.

Non ha firmato, pur restando impegnata sui temi ambientali, l’Associazione Zero Wa­ste.

Han­no contribuito con un docu­mento di richie­ste e denunce i ragazzi del Liceo d’Arte “Guttu­so”, dirimpettai della Raffineria e particolarmen­te esposti ai suoi miasmi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *