venerdì, Aprile 19, 2024
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Lobby ed eurocrati, giù le mani dal nostro vino!

Intervista a Marilena Barbera, vignaiola indipendente

#Ilvinononsiferma

 “Lieti Calici” era nato come una festa del vino, ma  siamo stati costretti a doverlo sospendere a seguito della pandemia. In questa forzata pausa abbiamo pensato di creare un BLOG che desse voce ai piccoli vignaioli naturali e agli agricoltori non convenzionali. Uno spazio che nel suo piccolo sta ricevendo tanti consensi, che sinceramente non ci aspettavamo.

Abbiamo e stiamo ricevendo richieste da parte non solo di vignaioli ma anche di agricoltori che vogliono  dar voce ai loro prodotti  per farli comunque conoscere e perchnnò vendere.

Il nostro è uno spazio senza fini di lucro. Ogni vignaiolo o agricoltore, può usarlo come meglio crede. Lieti Calici sarà sempre uno spazio aperto e libero per chi lo vorrà utilizzare. Anche per queste ragioni seguiamo con molta attenzione certe proposte che vorrebbero nuocere il mondo del vino, con provvedimenti assurdi, che anzichè contribuire ad incentivare, sono volti a tagliare le gambe ad un’eccellenza italiana che contribuisce alla creazione di buona parte del nostro PIL

Buongiorno Marilena, tu sei tra le promotrici della campagna #ilvinononsiferma, che in meno di ventiquattro ore è riuscita a raccogliere l’adesione di oltre duecento vignaioli. Ci puoi spiegare come nasce questa iniziativa e perché?

 #ilvinononsiferma nasce in maniera totalmente informale sui gruppi di messaggistica che normalmente noi vignaioli utilizziamo per discutere e confrontarci sui temi che ci stanno più a cuore. Ovviamente, da quando è scoppiata l’emergenza Coronavirus, anche questo argomento è diventato parte delle nostre conversazioni. Dal confronto ci siamo resi conto di moltissime problematiche comuni, che vanno dalla crisi economica e di settore, fino alle difficoltà causate da una disomogenea applicazione delle normative del governo sul territorio nazionale. Così abbiamo deciso di attivare una rete di supporto e solidarietà fra vignaioli italiani, consapevoli che solo lavorando insieme, tutti uniti, potremo avere qualche possibilità di uscire da questa situazione drammatica.

 

C’entra per caso la relazione dell’intergruppo della Commissione all’Agricoltura di cui è Vice Presidente Pina Picierno?  Se si, puoi spiegarci cosa prevede questa relazione ed i motivi che hanno spinto a mobilitare il mondo del vino?

 Quella relazione, insieme ad altre misure proposte dal governo nazionale e dalle varie task force che stanno più o meno gestendo l’emergenza, è entrata a gamba tesa nella nostra discussione.

 Ci ha lasciato basiti la proposta di attivare una misura di distillazione così ampia e a condizioni così impraticabili per la maggior parte dei piccoli vignaioli. Immobilizzare 800 milioni di euro per una misura di cui i vignaioli non vedranno che le briciole, e che andrà praticamente ad esaurire i fondi destinati al settore, è inaccettabile, soprattutto se la cifra di cui si parla, ossia fino a 80 centesimi al litro, verrà confermata. 80 centesimi in molte zone d’Italia non coprono nemmeno i costi di coltivazione dell’uva, figuriamoci quelli di vinificazione.

Non è un aiuto, è un’offesa al lavoro onesto e alla dignità dei vignaioli.

 Quali saranno le iniziative che prenderete come #ilvinononsiferma? Oltre alla raccolta firme destinerete i punti programmatici che avete in oltre duecento vignaioli, all’intergruppo sull’agricoltura, chiedendo di bloccare immediatamente questi provvedimenti? Eventualmente seguiranno altre azioni da parte vostra?

 Certo. Quando siamo partiti, pochi giorni fa, non eravamo nemmeno consapevoli dell’incredibile adesione che è arrivata da parte dei vignaioli di tutta Italia. Oggi, mentre scrivo, 350 aziende agricole ci hanno confermato la propria adesione, la quasi totalità sono di piccole e piccolissime dimensioni.

 Il primo tema su cui ci siamo concentrati è il raggiungimento di un accordo di filiera per tutelare il lavoro di ciascun attore della filiera stessa, dialogando con i distributori, gli agenti e l’horeca (ristoranti, enoteche, wine bar) e preservare il lavoro e il ruolo di ciascuno all’interno del sistema produzione-distribuzione-consumo.

Il rischio è molto elevato. Molti dei nostri clienti sono stati obbligati alla chiusura, e ancora non è chiaro come e quando si potrà ripartire. Una cosa è certa: non si potrà ricominciare come se nulla fosse accaduto, e in questo momento è difficile, per tutti coloro che vivono di vino, guardare al futuro con serenità e fiducia.

E’ però molto importante provarci, con il contributo di tutti e con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno. Per questo abbiamo sottoscritto una lettera aperta, un protocollo d’intenti che dimostra il nostro impegno nel sostenere il lavoro di ognuno e la nostra leale e aperta collaborazione per uscire tutti, tutti insieme, da questa crisi.

Un impegno che offriamo sulla flessibilità dei crediti, sulla stabilità dei prezzi e sulla gestione delle vendite dirette, anche attraverso l’e-commerce.

 Fra le proposte su cui stiamo lavorando ci sono poi i voucher agricoli, per poter mettere le aziende in contatto con lavoratori anche non specializzati disponibili a dare una mano nelle stagioni dove è più necessaria la richiesta di manodopera, come la vendemmia. E chiarire, una volta per tutte, la possibilità che le aziende possano essere aiutate su base volontaria da persone riconducibili al nucleo familiare dei vignaioli.

 Altro tema che ci sta particolarmente a cuore è l’accesso al credito, che in molte parti d’Italia è difficile e molto costoso. Ci sono giunte segnalazioni da parte di diversi vignaioli ai quali è stata nei fatti negata l’agevolazione dei 25.000 euro promessa dal governo, perché alcune banche la intendono non come aggiuntiva rispetto alla liquidità ordinaria, ma come sostitutiva delle garanzie già prestate. Una difformità di applicazione che istituzionalizza una discriminazione inaccettabile fra aziende “bancabili” e aziende più deboli, e che rischia di approfondire ancora di più il divario economico fra le diverse aree del nostro Paese.

 Per quanto ci riguarda saremo sempre e comunque dalla parte dei vignaioli che difendono la biodiversità, il loro vino, naturale e artigianale ed indipendente i quali si avvalgono nella maggior parte dei casi dei circuiti dipendenti per poter vendere e far conoscere i loro vini.

 ‘Lieti Calici’ ripartirà quando tutto si sarà normalizzato, con l’obiettivo di non far pagare un euro per la partecipazione dei vignaioli che sulla propria pelle hanno vissuto in maniera pesante questa crisi.  E in questa fase sosteniamo e sosterremo , come ‘Lieti Calici’ la campagna #Ilvinononsiferma e tutti i vignaioli e gli agricoltori non convenzionali che avranno bisogno del nostro sostegno e di quello di tutti.

 

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