venerdì, Aprile 26, 2024
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Bagnoli, il giorno di Pinocchio Renzi

L’arrivo del presidente del consiglio ieri a Napoli

Via Santa Maria di Costantinopoli. Al bar davanti l’Accademia un gruppetto di eruditi in giacca primaverile discute dell’ultimo libro di Maurizio De Giovanni. Poco più avanti, nei ristorantini slow food i cuochi dispongono sui larghi piatti le ultime fettine di tofu e carote. Mentre attendono il loro centrifugato, alcuni turisti francesi sfogliano al sole un giornale e apprendono la notizia del giorno. Due jeep militari stazionano nell’area pedonale davanti la biblioteca Brau. I giovani in tuta mimetica sudano sotto i baschi rossi. È mezzogiorno.

A piazza Dante il corteo convocato per contestare l’arrivo a Napoli del presidente del consiglio si muove verso la prefettura. È lì che, nel pomeriggio, dopo vari rinvii e cambi di programma, il premier è atteso per partecipare alla riunione della cabina di regia su Bagnoli. Al corteo partecipano circa mille persone. Una buona parte di queste fanno parte del gruppo di associazioni di Bagnoli che si battono contro il commissariamento del quartiere. Poi i militanti dei centri sociali, i collettivi studenteschi, i disoccupati. Si capisce subito che il corteo non sarà una passeggiata.

I movimenti cercano di riprendersi la potestà di una battaglia, quella su Bagnoli, sulla quale il sindaco – le cui responsabilità politiche sulla questione sono enormi– li ha scavalcati a livello mediatico, utilizzandola con scaltrezza per uno scontro istituzionale con il premier. Considerando il tipo di manifestazione, de Magistris si guarderà bene dal farsi vedere. Ci sono invece i due assessori movimentisti, Piscopo e Fucito, e un Pinocchio enorme di cartapesta, raffigurante Renzi, portato in spalla per tutto il tragitto. Il corteo è seguito da un imponente schieramento di forze dell’ordine. Tutti gli accessi verso la prefettura sono bloccati.

Intorno all’una il centro è un mare di macchine immobili. A piazza Matteotti automobili e motorini cercano di cambiare direzione ma è troppo tardi. A via Acton i più temerari cercano di farsi spazio guidando contromano o sul marciapiede. I vigili lasciano fare. Davanti c’è il corteo. Dopo una breve sosta, i manifestanti si rimettono in cammino. Attraverseranno via Roma, i Quartieri Spagnoli, via Chiaia, piazza dei Martiri. Arrivati sul lungomare, all’inizio della Villa comunale, cominciano gli scontri.

Oltre un centinaio di persone, tra manifestanti e poliziotti si fronteggiano su un campo di battaglia delimitato dalle facciate degli edifici ottocenteschi e dai riflessi dorati del sole a picco sul golfo. Gli scontri durano quasi mezz’ora. Gli agenti lanciano lacrimogeni, i manifestanti qualsiasi cosa si trovino tra le mani. Gli idranti vomitano acqua ininterrottamente. Ci sono un paio di corpo a corpo ma lentamente la folla indietreggia. Poco prima dell’arrivo a rotonda Diaz la situazione si calma. Davanti al circolo del tennis alcuni uomini in tuta, rievocando telegiornali di quindici anni fa, sussurrano tra loro: «Eh, questo è il blocco nero…». Il corteo raggiunge il centro in metropolitana.

L’appuntamento delle quattro è una conferenza stampa-assemblea in Galleria Umberto per spiegare le ragioni dell’opposizione al commissariamento. I giornalisti sono tantissimi, sul web impazzano i video degli scontri. L’assemblea va avanti per quasi due ore. La linea del movimento è nota, ma viene ribadita a beneficio dei cronisti che ancora domandano se c’è “una proposta alternativa”. La proposta, nonostante le dichiarazioni grottesche di Renzi, non pare conciliabile con il piano del governo: bonifica, ripristino della linea di costa, spiaggia pubblica da Nisida a Pozzuoli, parco verde, nessuna cementificazione o aumento delle cubature per la costruzione di strutture ricettive rispetto ai piani urbanistici, no al porto turistico.

Mentre l’assemblea continua, a via Chiatamone arriva Renzi. È ospite del Mattino, per un forum con i giornalisti, moderato dal direttore, alla presenza del governatore De Luca. All’ingresso il presidente è atteso da cronisti e poliziotti, che se la prendono con un effettivamente fastidioso inviato delle Iene. Una volta nella redazione del quotidiano di Caltagirone, il presidente del consiglio esprime solidarietà agli agenti contusi, lancia qualche frecciata a de Magistris e definisce il progetto di Invitalia come “la più grande operazione ambientale nella storia d’Italia”. Annuncia la rimozione della colmata e sostiene che il commissario non metterà mano al piano regolatore. Dichiarazioni che fanno sorridere, se si pensa a questioni come le premialità edificatorie e le deroghe al codice dell’ambiente contenute nello Sblocca Bagnoli. In serata vengono anche diffuse le slides presentate da Invitalia in cabina di regia.

Sono approssimative come al solito, in particolar modo nell’assenza delle cifre sulle volumetrie. Le due notizie più interessanti che si captano riguardano lo spostamento di Città della Scienza sull’interno (sarà interessante vedere la reazione dei dirigenti del polo, dopo due anni di battaglie che hanno fruttato, per ora, la nascita di una birreria sul mare, organica al museo) e la costruzione di due alberghi a Nisida, il primo sul pontile e il secondo sull’isola. Una scelta che, sposandosi con la promozione del porto turistico, regalerebbe lo specchio d’acqua forse più bello della città a un centinaio di turisti stranieri.

Sono quasi le sette. L’assemblea si spegne lentamente e i duecento manifestanti rimasti ripartono in corteo effettuando altri blocchi stradali tra il San Carlo e via Acton, nel tentativo di mantenere viva la protesta. In galleria rimane qualche turista a passeggio e i clienti dei bar seduti ai tavolini. De Magistris non si è fatto vivo, sfilandosi dal racconto della giornata senza rilasciare dichiarazioni rilevanti sull’andamento del corteo. Le parole forti e i proclami degli ultimi mesi si placano, per evitare il rischio di vedersi associato agli scontri del pomeriggio. Pinocchio, un po’ ammaccato per le fatiche della lunga giornata, viene portato ancora in giro con abnegazione, mentre la riunione della cabina di regia si scioglie e il sole tramonta alle spalle della chiesa di San Francesco di Paola.

http://napolimonitor.it/bagnoli-il-giorno-di-pinocchio-renzi/

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