sabato, Aprile 27, 2024

Brasile

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Le mani sulle favelas

Se da un lato potrebbe sembrare una sorta di brigantaggio 2.0, pronto a farsi carico delle ingiustizie del popolo, tra le lamiere arrugginite, i vicoli stretti e le strade argillose delle favelas, si avverte una tensione crescente: “I trafficanti di diverse fazioni hanno ordinato anelli di raccolta dopo i primi casi di coronavirus: girano in auto con gli altoparlanti e bussano alle porte delle case, comunicando ai residenti il divieto di circolazione per le strade dopo le 20:00. In caso di violazione delle regole, i criminali non si fanno scrupoli a punire con brutalità.” spiega Claudio al telefono, passando accanto alla sua palestra momentaneamente chiusa.

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Il Brasile dopo Lula

La diseguaglianza cresce a vista d’occhio. Senza giustizia – una giustizia che comprende la Riforma Agraria, Tributaria, Politica e dei sistemi di sicurezza – cresce la violenza in tutto il Paese. Un giorno – pensa qualcuno – le grandi periferie abbandonate potrebbero ribellarsi per la fame e assaltare i supermercati e i centri urbani; e là comincerebbe una violenza senza fine, e quindi la repressione dello stato golpista, appoggiato dai mass-media conservatori e da un esercito ai cui comandanti “prudono le mani”. E tutto ciò, alla fine, non cambierebbe niente.

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Il Brasile di Temer

Una nuova colonizzazione per essere meri esportatori di commodities invece di creare le condizioni per trasformarle direttamente nello stesso Brasile. Questo fa sì che l’attuale presidente e il suo governo siano dei venditori ambulanti delle ricchezze del loro paese, indifferenti alla sorte di milioni di brasiliani che dalla povertà dignitosa stanno cadendo sempre più nella miseria e dalla miseria nell’indigenza.

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Brasile – Il golpe contro Mani Pulite

Dopo l’elezione del 2014 il governo Dilma evita la crisi, voleva impedire che il Brasile vivesse una forte contrazione economica e che la disoccupazione esplodesse, ha proposto la riduzione delle tasse.  Una decisione per incentivare gli investimenti privati, tramite interessi bassi e molto credito. Eppure il settore privato non ha reagito. La riduzione delle imposte non si è trasformata in nuovi investimenti, bensì in profitti maggiori per le imprese. Si è poi saputo in queste ultime settimane che già all’indomani della sua seconda elezione sono iniziate le manovre per “comprare” centoquaranta eletti.

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Cosa sta succedendo in Brasile?

Da mesi, cioè dall’insediamento della Presidente signora Dilma Roussef al suo secondo mandato il primo gennaio 2015, il Brasile è trascinato in un processo di destabilizzazione promosso dal principale partito di opposizione PSDB (Partido da Socialdemocracia Brasileira) e da una collaborazione fra settori della magistratura, della polizia federale e parte prevalente dei mass media, denominati nel linguaggio corrente PIG Partido da Impresa (stampa) Golpista.

 

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