domenica, Aprile 28, 2024
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Una proposta contro la povertà

Se il patrimonio immo­biliare della Curia ve­nisse usato per aiutare i senzacasa? Forse an­che il Papa sarebbe d’accordo…

La povertà dilagante in città ha co­stretto per la strada centinaia di fami­glie che non possono più pagare un af­fitto perché hanno perso quel lavoro, sia pure precario, che consentiva loro di sbarcare il lunario.

Coppie giovani, per lo più, ma anche coppie di cinquantenni, che non hanno più una occupazione e non sanno come cam­pare giorno dopo giorno, vagano senza meta, come fantasmi nella città.

La Istituzioni a causa della grande crisi economica e delle ristrettezze imposte dall’Europa sempre più votato ad un rigi­do liberismo economico, hanno tagliato, in modo drastico le spese sociali.

Nell’ottocento e nei gli anni del primo novecento sino agli anni ’60 gli ordini re­ligiosi hanno supplito alle carenze delle Istituzione assumendosi il carico dei po­veri con il ricovero per i senza casa, con gli orfanotrofi, con l’assistenza ai più po­veri.

Tanti ordini religiosi vecchi e nuovi sia maschili che femminili non hanno fatto sentire la loro mancanza andando incontro ai bisogni degli ultimi.

Tra i più noti, nati a Palermo, Il Bocco­ne del povero di Giacomo Cusmano e l’orfanotrofio di padre Messina, e tanti al­tri ordini, nati nel resto dell’Italia e all’estero, si sono dedicati ai più poveri.

Tanti altri ordini religiosi si sono dedi­cati ai più ricchi attraverso le scuole e i collegi, il più noto a Palermo l’Istituto del Sacro Cuore, nato nel 1909.

Oggi, per la crisi delle vocazioni e per il cambiamento della società, molti di questi ordini non sono più in condizioni di man­tenere le grandi strutture sorte a favore dei poveri o della ricca borghesia o della no­biltà, e chiudono i battenti.

E’ il caso dell’Istituto del Sacro Cuore posto in vendita nel 2004, l’Istituto delle figlie di san Giuseppe in via Oberdan, gioiello del migliore liberty, messo in vendita nel 2008, entrambi occupati dai senza casa.

Oggi nella nostra città, a causa dell’assenza delle Istituzioni, si rischia, ,da una parte, di non riuscire a governare il disagio sociale che esige una risposta certa e urgente e dall’altra, di mettere a re­pentaglio la ricchezza inestimabile degli Istituti e conventi religiosi che vanno chiudendo svendendosi al migliore offe­rente.

Palermo rischia di essere impoverita ul­teriormente non solo per una povertà che ha raggiunto livelli preoccupanti ma an­che, per la dispersione di una parte del suo preziosissimo patrimonio artistico, culturale, storico e religioso.

A questo punto avanziamo una proposta che ci sembra ragionevole per rendere compatibile sia l’assistenza non più proro­gabile ai senza casa e ai più poveri della città, sia la salvezza dell’incomparabile patrimonio artistico e religioso della no­stra città.

Affidiamolo in comodato d’uso

Chiediamo alle Istituzioni, Regione e Comune che aprano un dialogo con i rap­presentanti delle Congregazioni religiose e con la Curia, perché si valorizzi l’immenso patrimonio immobiliare di en­trambi, attraverso degli accordi che pre­vedano l’affido, in comodato d’uso, dei Conventi e degli Istituti che le congrega­zioni o la Curia non sono più in grado di mantenere per il costo della manutenzio­ne, perché vengano utilizzati dalle Istitu­zioni, in accordo con il privato sociale, per le finalità per cui furono utilizzati da­gli stessi in passato.

E in tal modo l’appello del papa verreb­be accolto nel migliore dei modi mettendo in sicurezza lo splendore artistico e il va­lore religioso e morale di cui godevano nel passato.

Comitato di lotta per la casa 12 luglio

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