giovedì, Ottobre 10, 2024
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Un trafiletto, in basso, a pagina sette

La Sicilia di Ciancio e la notizia sulla richiesta di condanna.

L’altro ieri pomeriggio, lunedì 20 marzo, al processo contro Mario Ciancio per concorso esterno in associazione mafiosa, i Pubblici Ministeri hanno concluso la requisitoria chiedendo la condanna dell’imputato a dodici anni di carcere e la confisca dei suoi beni (il giornale La Sicilia, le società, quaranta milioni di euro in depositi bancari).

Per il più noto e potente imprenditore ed editore catanese viene chiesta una condanna penale per mafia. Per il più importante giornale della città viene chiesta la confisca, per mafia. Una notizia clamorosa, centrale per la vita pubblica della città e della Regione, una notizia nazionale considerato il ruolo di Ciancio nel mondo dell’editoria italiano. Non per il quotidiano La Sicilia.

Il giornale La Sicilia, i cui giornalisti colgono sempre l’occasione di vantarsi per imparzialità e antimafiosità, “nonostante l’editore”, decide di dare questa notizia a pagina sette, in basso, in un trafiletto. Occupando grandissima parte dell’articoletto con le parole di difesa di Mario Ciancio, editore del giornale. Il quale dichiara: “non credo (che la richiesta di condanna ndr) faccia notizia. Forse la vera notizia è che dopo questi ingiusti attacchi continuo a godere di ottima salute”. È il 21 marzo, giorno della memoria delle vittime innocenti di mafia.

Si potrebbe pensare che non c’è stato tempo, che la notizia è arrivata all’improvviso, che più in là si farà un approfondimento. Oggi, mercoledì 22 marzo, su La Sicilia un grande riferimento all’antimafia in prima pagina. Un titolone: “è primavera!”. In seconda e terza due paginoni pieni di riferimenti a mafia e antimafia. Mattarella, Don Ciotti, Don Diana, i casalesi, Messina Denaro, Assostampa, il gruppo cronisti siciliani, Pippo Fava, Peppino Impastato, Mario Francese, Mauro Rostagno ma neanche un minimo accenno a Mario Ciancio, neanche un rigo dedicato a quei Pubblici Ministeri e a quella Procura che chiede la condanna dell’imprenditore, la confisca del giornale e di quaranta milioni di euro. Nessun riferimento neanche sulle pagine del sito web del giornale.

Si devono essere distratti i cronisti de La Sicilia. Capita.

Qual è la situazione della libertà di stampa in Sicilia? Un trafiletto a difesa dell’imputato per mafia, in basso, a pagina 7, sul principale giornale della regione, nella giornata dedicata al ricordo delle vittime di mafia.

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