venerdì, Aprile 19, 2024
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L’esercito delle seconde mogli.

Vanessa Marchese

Senegal. Primo racconto: Binta

Difficile vedere l’oceano passeggiando sulla Corniche, il lungomare di Dakar, perché ormai le zone libere da costruzioni mastodontiche sono poche. La vista dell’oceano è un privilegio per pochi. Dakar assomma i difetti delle capitali africane cresciute troppo in fretta e che non hanno rispettato nessun piano regolatore. Dentro la città sono rimaste inglobate delle fabbriche che rendono l’aria puzzolente e pesante, come se non bastassero i fumi di scarico delle auto che bevono un carburante di scarsa qualità.

Vado a Oukam, un quartiere di Dakar, ad incontrare Binta.

Binta vive nella casa familiare del marito. Il quartiere è popoloso e colorato. Sul marciapiede un venditore di brochettes (spiedini) impana i pezzettini di carne prima di farli arrostire sulla brace a carbone posizionata sul marciapiede; accanto a lui, una venditrice di beignets avvolge i suoi dolci nella carta.

-Maima 1000 franc de beignets (dammi 1000 franchi di beignets)-, le chiedo, e giá sento in bocca il sapore caldo e morbido dell’impasto alla vaniglia. Giro l’angolo e vedo la casa di Binta con le piastrelle gialle e con due grandi alberi di cocotier come sentinelle accanto al portone di ferro. Entro con il sacchetto di dolci e ci sediamo in salone sul grosso divano di pelle. Tutto profuma di thouraye (incenso).

Binta ha trent’anni ed una figlia di sette mesi. Ha un bel viso tondo, la pelle schiarita dalle creme ed indossa un abito con scollatura a V che le permette di allattare la bimba quando piange. Binta vive la sua maternità da sola perché suo marito vive a Perugia da molti anni, così tanti da diventare italiano.

– Da quanto tempo non vedi tuo marito?-  domando.

 – Lo vedo una volta all’anno per due settimane –  mi dice abbassando gli occhi –  di piú non puó perché, se no, quella fa casino.

Il marito di Binta si chiama Aliou ed è arrivato in italia su un barcone.

– La toubab (bianca ndr) è gelosissima, ma è stata gentile perché lo ha aiutato con i documenti, per questo se l’è sposata –  racconta, mentre si abbassa la mezza manica del vestito e si prepara ad allattare la bambina.

– Sai che certi uomini dicono alla moglie senegalese che stanno con la toubab per gratitudine o interesse, ed invece alla moglie toubab che si sono dovuti prendere la seconda moglie in Senegal perché imposta dalla famiglia?-  le racconto.

– Non è il mio caso –  dice stizzita –  noi ci siamo conosciuti su facebook sei anni fa, mi ha corteggiata per mesi e non sono stata imposta ma scelta. Ad un uomo non puoi imporre nulla –  e dopo qualche secondo di riflessione, continua –  Ci raccontano tante storie per tenerci buone, è vero.

Apro il sacchetto di beignets mentre Binta porta due bicchieri e una bottiglia di succo di bissap.

Si sente il rombo di un aereo a bassa quota. A Oukam vi è un aeroporto militare e se sali sul tetto della casa puoi vederte gli aerei verdi passarti vicino.

Dakar ha più di tre milioni di abitanti. Siamo tutti accalcati in pochi km quadrati, in un imbuto sull’oceano Atlantico, quello della penisola del Capo Verde. Il Senegal ha piú di 18milioni di abitanti, divisi quasi equamente tra maschi e femmine. Il 60% della popolazione ha meno di vent’anni.

Il telefono di Binta suona e sullo schermo compare la scritta Amore Mio.

La suoneria è la canzone di Viviane, Sweety Games :

Nanguoul maNè sa xol mane ma fa néBaby tey meu lèral la… 

Binta scappa in camera per rispondere al marito, sorridente ed eccitata come un’adolescente. Queste telefonate le riempiono la vita. Nagulma ma… ammetti che nel tuo cuore ci sono solo io…

 La casa della famiglia di Binta è una costruzione di due piani semi finita: le scale in cemento non sono piastrellate e i buchi per gli interruttori sono ancora da riempire. Il piano terra fu inizato dal nonno di Aliou, che di recente ha aggiunto un piano per la moglie ed i figli che verranno.

 Binta vive con i suoceri, le tre cognate, i figli e i mariti di due di loro. Il suocero ha una pensione da impiegato di banca di 150 euro al mese, i due cognati hanno delle attività autonome informali. Le entrate fisse in casa sono dunque la pensione esigua del suocero e i soldi che invia Aliou ogni mese, ma tutti contribuiscono come possono. Aliou sta costruendo casa mattone su mattone, e periodicamente i lavori restano fermi.

Secondo la Banca Mondiale, la diaspora senegalese invierebbe nel paese della teranga (ospitalitá in wolof) piú di due miliardi di dollari all’anno. Questo flusso finanziario rappresenta piú del 10% del PIL. Le Nazioni Unite stimano che nel 2020 i senegalesi residenti all’estero fossero circa settecentomila. I senegalesi della diaspora sono talmente numerosi da essere considerati la quindicesima regione senegalese.

– Perché scegliere di essere seconda?-  le chiedo, aspettandomi una risposta sincera

– Perché la poligamia è accettata dalla religione, perché si dice che ci sono più donne che uomini, perché sono cresciuta in una famiglia poligama e per me è normale. Non sono contenta ma è normale. Perché sogno l’Europa e appena mio marito farà i documenti italiani alla bambina anche io potrò chiedere il visto ed andremo da lui-  sorride.

– Binta, non ti ho ancora chiesto come si chiama la bambina…

– Si chiama Angela –  risponde –  sama woudiou toubab (come la mia co-sposa bianca).

 

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