sabato, Aprile 20, 2024
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Insegnanti a scuola di antimafia sociale

La scuola e gli inse­gnanti hanno strumen­ti adeguati per un pro­gramma di contrasto culturale della mafia che non sia occasiona­le ma rappresenti un punto irrinunciabile e trasversale rispetto a tutte le discipline?

Da questa domanda sono partiti il Dipartimento di Psicologia dell’Uni­versità di Palermo e la Cooperativa so­ciale antiusura e antiracket Solidaria che si sono ritrovati, dai loro diversi punti di osservazione, nella condivisio­ne di un originale progetto d’interven­to formativo – da considerare pilota – rivolto ad insegnati di Istituti Medi e Superiori di diverse parti d’Italia.

Tale sinergia nasce dalla constatazione, ormai innegabile, della diffusione nazio­nale ed internazionale dei fenomeni di criminalità organizzata che ormai non consentono più diversificazioni, ma ri­chiedono comuni azioni formative e con­fronti specifici, da Busto Arsizio ad Agri­gento.

Non a caso la denominazione del cor­so, che si è tenuto a Palermo il 22/23/24 novembre è: “Percorsi didattici di anti­mafia sociale: Una proposta formati­va multidisciplinare tra processi educati­vi e impegno sociale”. Un’evidente ten­tativo di saldare le due dimensioni di un serio contrasto alla mafia: quella dello studio fenomenologico, anche sul piano so­cio-psicologico, e quella dell’impegno socia­le che diventa strumento attivo sul terri­torio di cambiamento.

Non è un caso che l’incontro proget­tuale abbia visto protagonisti l’Università di Palermo, con la prestigiosa Cattedra di “psichismo mafioso” all’interno del Di­partimento di Psicologia diretto dal Pro­fessore Girolamo Lo Verso e la Coopera­tiva sociale Solidaria diretta da Salvatore Cernigliaro, impegnata sul territorio nell’attività di assistenza e sostegno complessivo delle vittime di usura e rac­ket e nella diffusione della cultura della legalità democratica, soprattutto fra le giovani generazioni.

Vasto, ma intenso e compresso in soli tre giorni il programma, come non pos­sono non essere i programmi di corsi per insegnanti che hanno sempre difficoltà ad allontanarsi dalle loro attività ordina­rie. Tuttavia, c’è stato spazio oltre che per diversi moduli di intervento in mate­ria psicologica, anche per sessioni dedi­cate a “Scuola e Territorio”, “Scuola e Società”, “Scuola e Comunicazione”.

Particolarmente significativa la sessio­ne “Scuola e Società” tenutasi tra Piana degli Albanesi e Corleone per un con­fronto tra storici, operatori sociali ed educatori del territorio. Particolarmente suggestivo l’incontro con i reduci della strage politico – mafiosa di Portella delle Ginestre del 1947 e con la Cooperativa sociale Lavoroenonsolo di Corleone attiva su beni e terreni confiscati alla mafia.

Un incontro e un confronto per i do­centi in formazione condotto sul filo del­la memoria, ma anche della prospettiva. Infatti, i giovani cooperanti della Lavo­roenonsolo ogni giorno stabiliscono con­cretamente una continuità con quel gran­de movimento contadino siciliano, anco­ra rappresentato dai reduci di Portella, che, attraverso le diverse forme di con­trasto alla mafia e ai suoi riferimenti po­litici e affaristici, seppe dare speranze che, pur se piegate dalla violenza distrut­trice del sistema politico-affaristico e mafioso, è capace di riemergere ogni qual volta il popolo di un territorio deci­de di alzare la propria testa e con essa la propria dignità.

Tanti altri i contenuti e le suggestioni offerte dal corso che, in un progetto di formazione professionale, ha voluto co­niugare temi didattici ad azione sul terri­torio, con la non nascosta ambizione di utilizzare l’incontro di insegnanti di di­verse parti d’Italia – da Milano a Catania – per tessere un altro pezzo di rete.

Una rete tra mondi – quello della Scuola e dell’impegno sociale antimafio­so, indub­biamente diversi, ma che, se si ha intelli­genza per comprenderlo sono, inevitabil­mente destinati, ad una sintesi formidabi­le per la promozione sociale nella libertà di tutto il nostro Paese.

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