mercoledì, Aprile 24, 2024
-rete-Cronaca

In quell’ambulanza siamo morti tutti. Solo la bambina non se lo meritava.

Sul corpo di quella neonata morta ci sono tutti i favori a scapito della collettività che si chiedono; ci sono tutte le piccole e piccolissime furberie della sanità regionale.

 

Ci sono vari modi per raccontare una storia. Ci sono modi anche per non raccontarla una storia, e nonostante ciò darne i particolari più macabri.

Ho seguito con molto distacco la vicenda della piccola bambina siciliana, letteralmente sballottata per vari ospedali della sua terra, morta dopo solo tre ore di vita, per complicazioni post parto che, a quanto pare, sarebbero potute essere “non letali” se la sanità avesse funzionato, anche se non perfettamente, almeno un po meglio. Ecco ho seguito con distacco questa storia, e per questo non mi pare corretto dare nomi, cognomi, notizie di famiglie ed ufficiali sanitari coinvolti. Questa è una brutta storia. Una storia terribile come quella che qualche anno fa riguardò, allora il governo regionale siciliano era diverso, un giovane dell’agrigentino, anch’esso senza un ospedale pronto ad accoglierlo dopo un incidente, e quelli disponibili a troppi chilometri di distanza. Una brutta storia, vecchia.

Che la sanità in Sicilia sia un problema lo si sa dai tempi in cui si uccideva per gli appalti sulla costruzione degli ospedali; lo si sa a tutt’oggi; lo si sa per gli omicidi che riguardano gli avventurieri delle cliniche, per gli omicidi irrisolti; lo si sa per quell’enorme peso specifico che soggetti legati alla Sanità hanno sulla politica regionale. Per accaparrarsi la sanità siciliana si è ucciso, si è “mafioseggiato”, si è infangato.

 

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