giovedì, Aprile 25, 2024
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IL VOLTO PULITO DEL SOVRANISMO

Erika Bucca

C’erano 2°C a Varsavia mentre migliaia di persone manifestavano contro una sentenza della Corte Costituzionale che restringe ulteriormente il diritto all’aborto in Polonia. Le proteste questa volta hanno raggiunto casa del vice primo ministro Jaroslaw Kaczynski e richiedono le dimissioni del governo conservatore.

In Italia invece a gelare il sangue sono i manifesti contro l’aborto, comparsi a Milano e a Genova la scorsa settimana. “Prenderesti mai del veleno?” è lo slogan utilizzato dall’associazione ProVita, e il “veleno” sarebbe la pillola Ru-486 che permette di interrompere una gravidanza. A nulla è servita la sua laurea in Chimica e tecniche farmaceutiche al Sindaco di Genova, Marco Bucci, dato che respinge la richiesta dei collettivi femministi di rimuovere i manifesti. Secondo Bucci, manager dell’industria farmaceutica, è possibile affermare pubblicamente che una pillola attualmente in commercio nel nostro paese è “velenosa”.

Il Sindaco ha agito come da copione, vista la coalizione a cui deve la sua elezione – Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, Direzione Italia, esponenti della società civile e di Alternativa Popolare. È un filo di lenza quello che unisce il centrodestra alle associazioni ProVita e ce lo spiega bene un’inchiesta di Irpi (Investigative Reporting Project Italy) Lorenzo Bagnoli, Luca Rinaldi, Giulio Rubino. Le organizzazioni provita, in Italia e nel mondo, si sono aperte ad un universo che va oltre il mondo cattolico. Leggendo l’inchiesta sembra superata la fase dell’ingerenza della Chiesa nella politica, la Chiesa stessa si fa strumento dell’ultradestra sovranista. E come lo fa? Prestando i temi tradizionali del credo cristiano – la famiglia, il matrimonio, le tradizioni – per offrire una narrazione destinata ad essere globale.

Il fronte sovranista-cattolico vede la luce nel 2013, con la raccolta firme “per la tutela dell’embrione”, istanza sostenuta dai partiti di estrema destra in 28 Paesi dell’Unione Europea. La petizione è stata bocciata dall’UE ma il fronte ha cercato altri rivoli per insinuarsi nel tessuto sociale.  “Sono un pro-life” dichiara il senatore in quota Lega, Simone Pillon, durante il World Family Congress si è tenuto a Verona nel 2019, dove sono intervenuti esponenti di Lega e Fratelli d’Italia, oltre il Movimento per la Vita e l’Associazione Medici Cattolici Italiani.

Ha ragione Marta Lempart, avvocata e attivista di Osk (Ogólnopolski Strajk Kobiet), movimento femminista polacco, a dire che è necessario creare un fronte comune di lotta “contro una cultura patriarcale, lo stato patriarcale e lo stato religioso fondamentalista”. Dalla Polonia a Dublino, difendere il diritto all’aborto vuol dire spezzare l’eco “Dio, patria, famiglia”.

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