sabato, Aprile 20, 2024

Autore: maratrovato

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Mafie nel Vastese

L’isola felice che esiste solo nelle menti complici

Un mese fa abbiamo sentito e letto di tutto. Abbiamo visto chi non ha mancato l’occasione per la sua campagna elettorale perenne. E anche chi, improvvisamente, si è svegliato dal “Paese delle meraviglie” ed è uscito dal bosco di Biancaneve. “No, ma veramente, la mafia qui, nel nostro territorio?! Ma come è possibile? Non me l’aspettavo!”.

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L’antimafia vera e quella fasulla

Tragediatori, opportunisti, professionisti, volontari, attivisti e altro

L’antimafia non ha stagioni, non ha autunno: essa vive lì dove la gente non riesce a soddisfare i suoi elementari bisogni, dove c’è fame di lavoro, di giustizia, di legalità, di nonviolenza, d’informazione corretta, di educazione e di formazione. È l’antimafia sociale. Ma queste cose chi ha militato a sinistra dovrebbe saperle. Purtroppo, proprio a sinistra esiste l’inveterata abitudine a dividersi, a credere che ognuno sia depositario della verità assoluta.

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“Ci scusiamo per il disagio. Che comunque resta solo vostro”

A Catania di autobus ne passeranno sempre meno

“Signora, l’Amt sta fallendo, manco gli autobus ci saranno più tra poco! Vede che l’hanno scritto pure nell’insegna?”. E in effetti si avvisano i signori passeggeri che “il servizio invernale sarà ridotto notevolmente a causa della diminuzione di autobus. Ci scusiamo per il disagio”. Scriverci che si sono mangiati anche i soldi per pagare gli stipendi e per il carburante pareva brutto.

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Fiat, il tribunale ordina il reintegro dei cinque operai licenziati

Dovranno tornare a lavoro Marco Cusano, Roberto Fabbricatore, Massimo Napolitano, Mimmo Mignano e Antonio Montella.

Così ha deciso il tribunale civile di Napoli, ordinando il reintegro dei cinque cassintegrati licenziati illegittimamente due anni fa dalla Fiat, dopo aver inscenato una protesta all’esterno della fabbrica. Il 5 giugno del 2104, i cinque avevano esposto un pupazzo impiccato dell’amministratore delegato Sergio Marchionne, in protesta dopo i suicidi degli operai Pino De Crescenzo e Maria Baratto, due degli “esiliati” del cosiddetto reparto confino della Fiat, a Nola.   

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Il piano di rientro approvato a occhi bassi

Giunta e Consiglio comunale vendono Catania per i prossimi vent’anni

“È stato necessario rimodulare il piano di rientro perché in quello iniziale c’erano previsioni sottostimate del 40%”, mentre dice queste cose l’assessore al bilancio Girlando non riesce a guardare nessuno negli occhi. Fissa il foglio pieno di numeri e continua “Non ci sarà nessun aumento di aliquote”. Qualcuno tra l’uditorio fa notare che sono già al massimo. “Ma non ci sarà nemmeno una riduzione dei servizi sociali” assicura l’assessore al bilancio. “Certo, sono già al collasso, come farebbe a ridurli ancora?”

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Ad Augusta ci sarà mai un’accoglienza degna per i migranti?

Alcuni adolescenti raccontano di essere riusciti a scappare dopo diversi giorni passati da detenuti nella tendopoli, soffrendo il caldo torrido e presidiati dagli agenti di polizia, senza mediazione culturale e senza ricevere alcuna informazione sull’accesso al diritto d’asilo e alla protezione umanitaria. Altri, invece, dicono di essere stati forzati al rilascio delle impronte digitali a colpi di manganello elettrificato; altri ancora, dopo l’identificazione, di essere stati semplicemente abbandonati sulla strada, e di averla percorsa a piedi – quaranta chilometri di asfalto – per raggiungere la città etnea.  

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Sic transit gloria cunti (sul piano di rientro e dintorni)

Quanti debiti abbiamo? Come vengono spesi i nostri soldi? Siamo sull’orlo del dissesto? Come andrà a finire l’anno prossimo? Il dissesto finanziario, data la situazione, sarebbe una scelta positiva oppure negativa? E’ ai catanesi che rivolgiamo il nostro Appello a partecipare alle sedute del Consiglio Comunale di mercoledì 28, giovedì 29 e venerdì 30 settembre: non soltanto votare ogni 5 anni, ma anche seguire, attivamente, le discussioni e le decisioni assunte da chi ci rappresenta.

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Ma l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi fa risparmiare o no?

Sono passati tre mesi dall’inaugurazione renziana dell’elettrodotto tra Sicilia a Calabria, ma i prezzi del MWh dell’isola continuano a rimanere molto più alti rispetto a quelli nazionali. Il 28 maggio scorso Renzi avviò a Favazzina, in Calabria, il contestatissimo elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi. Un’opera da settecento milioni di euro, che avrebbe dovuto far recuperare quanto speso molto velocemente.

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