mercoledì, Luglio 23, 2025

Catania

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Cowboys metropolitani

Secondo Elisa Pagliarani il rider è un cow boy che porta il bestiame al pascolo in una terra senza legge. “In Italia la normativa in merito alle tutele dei collaboratori presenta alcune lacune”, diceva in groppa al suo cavallo il capo di Glovo Italia alla Stampa, a fine aprile. Giulia Druetta risponde: “Non esiste un vuoto normativo, perché gli strumenti per inquadrare il lavoratore autonomo con delle tutele ci sono: c’è il contratto di lavoro intermittente, c’è l’articolo 2 del Jobs Act sulla eterorganizzazione. I contratti a collaborazione occasionale sono applicati per mera volontà padronale per sfruttare la manodopera e risparmiare”.

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Città bandita

Ciò che di più triste emerge dall’inchiesta della Procura di Catania sulla corruzione all’Università è l’incapacità storica dell’Ateneo di risanarsi, di rifuggire pratiche clientelari, di superare l’insopportabile familismo. “Perché poi alla fine qua siamo tutti parenti (…) l’università nasce su una base cittadina abbastanza ristretta una specie di élite culturale della città perché fino adesso sono sempre quelle le famiglie” dice il Rettore Basile.

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Il Pride più grande di sempre

Un fiume coloratissimo e allegro di gente ha inondato Catania sabato pomeriggio per il Pride, la manifestazione del movimento lesbico, gay, bisessuale, transessuale, queer, intersessuale. A cinquant’anni esatti dai moti di Stonewall. Una partecipazione oltre ogni aspettativa, difficile da quantificare. Il corteo partito da piazza Cavour alle sei del pomeriggio ha raggiunto verso le otto di sera piazza Università, talmente piena che molti manifestanti non sono riusciti fare ingresso in piazza. Mai nella storia della città di Catania così tante persone hanno partecipato a un gay pride.

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Corruzione all’Università. Gli studenti catanesi protestano in piazza

Quel sistema per cui i concorsi venivano cuciti addosso ai parenti e agli amici dei professori più influenti e potenti, per cui decine di giovani erano umiliati e cacciati dalla carriera accademica perché non abbastanza accondiscendenti e sponsorizzati, quel sistema che tutti conoscevano ma in pochi hanno avuto il coraggio di denunciare, quel sistema oggi è stato decapitato da un’operazione della magistratura.

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