domenica, Aprile 28, 2024
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Il ritorno dei ciancisti

Oggi Consiglio d’amministrazione della società editrice de La Sicilia dopo il dissequestro

I commissari nominati dal Tribunale vanno via dopo la sentenza d’appello che ha restituito a Mario Ciancio la proprietà di tutti i suoi beni, sebbene “amico di cosa nostra”. Questa mattina in viale Odorico da Pordenone si riunisce il nuovo Consiglio d’Amministrazione della società Domenico Sanfilippo Editore, proprietaria del giornale La Sicilia. Ciancio non ci sarà.

A fare le sue veci, a quanto risulta a questa redazione, l’avvocato Vito Branca e il suo più stretto collaboratore Gabriele Giurato. Vito Branca, manager di lungo corso, Cavaliere di Gran Croce, è attualmente Presidente della società pubblica Riscossione Sicilia ed è stato appena nominato a capo del Consiglio d’Amministrazione della Sicula Trasporti, la società della famiglia Leonardi che gestisce la discarica di Lentini, la più grande della Sicilia. Gabriele Giurato è presidente del Consiglio d’Amministrazione della società Luigi Cozza Trasporti, nello stesso Cda, presidente onorario, è Vito Branca.

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Lo scorso 17 febbraio il giornalista Concetto Mannisi, sulle pagine de La Sicilia allora confiscata per mafia, scriveva un lungo articolo dal titolo “Catania, autotrasporti e bancarotta: la stangata per la famiglia Cozza” sulla condanna a 8 anni per bancarotta. In quell’articolo Mannisi ricostruisce la vicenda giudiziaria nonché i riferimenti all’azienda contenuti nelle carte delle operazioni “Caronte”, contro il boss Ercolano che portò alla confisca di Geotrans e “Carthago 2” contro la famiglia Nizza del clan Ercolano-Santapaola. L’articolo costerà a Mannisi due repliche, pubblicate in coda, una di Salvatore Luigi Cozza e dell’avvocato Carmelo Peluso (avvocato anche di Mario Ciancio) e una del Consiglio d’amministrazione della Luigi Cozza Trasporti, firmata anche da Gabriele Giurato. “Nessuna vena diffamatoria – replica a sua volta Mannisi – ma fatti su fatti”. Sembra una vecchia storia, ma si è consumata appena qualche settimana fa.

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12 settembre 2019. Il giornalista Mario Barresi, sulle pagine de La Sicilia allora confiscata per mafia, scriveva un articolo dal titolo “Il gruppo Leonardi, epopea dei nuovi padroni di Catania”. “Non solo rifiuti la famiglia ha diversificato gli affari”. Si parla degli investimenti immobiliari, dell’acquisto di alberghi, dei milioni di euro fatti con la gestione della discarica. “I reduci di una vecchia aristocrazia imprenditoriale, ormai con le pezze al sedere, non hanno mai accettato nel club ristretto una famiglia che, sussurrano sospirando, «ormai è padrona di più di mezza Catania»” scrive Barresi.

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Al passaggio di consegne tra i commissari del tribunale e il nuovo consiglio d’amministrazione della Sanfilippo Editore, Ciancio non ci sarà, perché troppo anziano, perché troppo indaffarato a mettere d’accordo gli eredi ma in vero perché trattenuto in disparte dalla prudenza: troppo probabile che la Procura vinca il ricorso in Cassazione contro il dissequestro. Ci saranno invece i ciancisti, quelli che bramano il potere che Ciancio ha avuto. Non ci saranno i giornalisti.

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