venerdì, Aprile 19, 2024
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Liberi cittadini in Libera Terra

La solidarietà delle associazioni alla cooperativa Beppe Montana

La cooperativa di Libera Terra intitolata al commissario Beppe Montana (ucciso dalla mafia a Palermo nel 1985), da anni svolge un lavoro importante nel territorio siciliano, una testimonianza preziosa perché portatrice di un messaggio di legalità e di lotta contro la mafia.

La cooperativa nasce dopo la pubblicazione di un bando pubblico, così come ci spiegano Diego Daquino e Alfio Curcio, il percorso non è facile ed è piuttosto lungo a causa della burocrazia che spesso limita.

Siamo stati formati dall’Associazione Libera Terra e dopo siamo stati selezionati ed abbiamo fondato la cooperativa che nasce il 23 giugno del 2010. Attualmente abbiamo circa 90 ettari di terreni confiscati alla mafia, coltivati ad uliveti, agrumeti e seminativi tutti biologici, sparsi tra le provincie di Catania e Siracusa. I comuni interessati sono Ramacca e Belpasso nel catanese, con i terreni confiscati alla famiglia Riela Group o Riela Trasporti che controllava le entrate e le uscite dei prodotti siciliani e di tutta Italia. I terreni confiscati a Lentini nel territorio di Siracusa, appartenevano alla famiglia Nardo, i fucilieri, cioè coloro che avevano il compito di uccidere. Ambedue le famiglie erano collegate al clan Santapaola. La nostra cooperativa oltre a coltivare terreni svolge un’attività di tipo sociale invitando scuole, gruppi scout e volontari che arrivano da tutte le parti d’Italia. Varie associazioni partecipano ai nostri campi estivi dandoci una mano. Tutte queste attività servono a far conoscere il nostro lavoro, chi siamo, come siamo nati e far conoscere che tutti i terreni di nostra gestione sono stati confiscati alla mafia, innestando i valori della legalità. In questo momento i soci sono sei e con noi collaborano undici persone. I guadagni vengono investiti nell’acquisto di materiali e attrezzature che servono alla coltivazione, coprire le spese e dare una giusta retribuzione ai nostri collaboratori.

Fin dal principio abbiamo subìto diverse minacce e numerose ritorsioni, con furti e danni alle recinzioni. Due anni fa hanno dato fuoco ad uno dei nostri terreni. (La mafia fa terra bruciata, luglio 2012, di Giovanni Caruso)

Ed è per questo che oggi siamo qui, in una contrada nei pressi di Ramacca, per testimoniare con la nostra presenza, quelle delle istituzioni e le associazioni che le intimidazioni e le minacce non ci faranno tornare indietro. Abbiamo subìto minacce di morte, appena finita la prima aratura ci hanno detto: – Questa è stata la prima volta e l’ultima, non venite più perché sennò vi uccideremo –”.

 

All’incontro erano presenti le associazioni: Manitese, GAPA (Giovani Assolutamente Per Agire), ASAAE (Associazione Antiracket, Antiusura Etnea), Libera delegazione di Siracusa, Libera delegazione di Catania.

Non sentirsi soli in questi momenti è importante, la solidarietà dimostrata dalle associazioni presenti, fa capire che nella lotta contro la mafia e l’illegalità se uniti si può ottenere un cambiamento.

 

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