martedì, Novembre 12, 2024
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“Via Terna dalle nostre case”

Con “politici locali poco sensibili alle tematiche ambientali” tocca ai cittadini far sentire la propria voce…

Nino La Rosa, avvocato di Villafranca Tirrena, è stato tra i primi ad opporsi al progetto di realizzazione dell’elettrodotto Terna tra Sorgente e Rizziconi, fa parte del pool di legali che sta contrastando il progetto di Terna davanti ai giudici amministrativi. Ascoltiamolo.

Per padre Trifirò i sindaci sono stati «molto faciloni» e hanno fatto «tutte le cose di nascosto». Condivide questa sua valutazione o c’è qualcos’altro dietro il comportamento ambiguo tenuto in questi anni dalle amministrazioni locali?

I nostri politici sono notoriamente poco sensibili alle tematiche ambientali; nel caso specifico, Terna si è presentata al tavolo di concertazione sventolando ben nove milioni di somme compensative da dividere. Come ha dichiarato qualche Sindaco, l’unica preoccupazione è stata quella di ottenere il più possibile senza valutare che un’opera di queste dimensioni incide in maniera irreversibile nel territorio.

Purtroppo, la possibilità di offrire somme a compensazione altera la serenità del confronto tra chi ha tutto l’interesse a realizzare l’opera nella maniera più economica e gli amministratori degli enti locali sempre alla ricerca di soldi per le opere pubbliche.

Caso emblematico della disattenzione dei tecnici di Terna e dei tecnici e gli amministratori comunali è quello della frazione Serro del Comune di Villafranca Tirrena dove, con un semplice e poco costoso spostamento del tracciato, si sarebbe abbattuto del 70 % l’impatto e l’interferenza con il centro abitato.

Nel rigettare i ricorsi promossi dai comuni di Pace del Mela e San Filippo del Mela e dai cittadini di Serro, i giudici sottolineano come «non sia mancato il coinvolgimento degli enti locali nel procedimento di autorizzazione unica e nei sub-procedimenti di “Valutazione d’impatto ambientale”, preceduti da interlocuzioni, tavoli tecnici, sopralluoghi, protocolli d’intesa (ricordato quello del gennaio 2007, ndc) e di programma con le Regioni (2004)».

Pensate di poter ribaltare in appello la decisione dei giudici romani?

Innanzitutto sono stati rigettati in primo grado solo i ricorsi dei Comuni di Pace e San Filippo del Mela e dei 101 ricorrenti di Serro; i ricorsi delle Associazioni MAN e Legambiente Sicilia non sono stati ancora discussi dal Tar del Lazio. I nostri ricorsi erano imperniati su diversi motivi di impugnazione della procedura di autorizzazione che continuiamo a ritenere fondati. La Sentenza del Tar del Lazio è eccessivamente generica e priva di precisi riferimenti sia alla disciplina applicabile, sia alle vicende procedimentali sottese al rilascio dell’autorizzazione unica. È mancato il coinvolgimento dei consigli comunali – organi rappresentativi della volontà popolare e titolari della potestà in tema di programmazione del territorio; è mancato il coinvolgimento delle popolazioni che dovranno subire gli effetti di un’opera di così alto impatto ambientale. Noi auspichiamo che un’analisi più approfondita delle argomentazioni proposte, con un criterio paritario delle parti in causa, possa sicuramente orientare il Consiglio di Stato verso una revisione della procedura che consenta a tutti gli interessati di partecipare alla procedura.

In una nota del comitato del sei dicembre scorso si legge che “La Provincia, per mezzo del suo assessore all’ambiente Carmelo Torre, ha affossato nello scorso mese di settembre il tavolo tecnico faticosamente attivato su spinta del Consiglio Provinciale e delle associazioni ambientaliste, schierandosi apertamente con la società Terna, intimidendo le associazioni, escludendole dal tavolo, e chiedendo alle stesse di dare la prova delle criticità denunciate.

Perché la giunta provinciale – a differenza del consiglio – sembra pendere più dalla parte di Terna che da quella dei cittadini?

Grazie anche all’azione di diversi consiglieri, alla fine di febbraio si è tenuto un consiglio provinciale aperto dove le associazioni ambientaliste, i sindaci del territorio e gli stessi consiglieri provinciali hanno preso coscienza, alla presenza dei tecnici di Terna, delle problematiche sollevate dal progetto; il consiglio ha votato all’unanimità una mozione che impegnava l’Amministrazione Provinciale a chiedere a Terna una revisione del progetto.

Su questo aveva preso un preciso impegno il Presidente Ricevuto; gli stessi concetti sono stati ribaditi in occasione della riunione del 7 agosto dopo che Terna aveva presentato il progetto esecutivo. Al tavolo tecnico del 21 settembre, dopo che l’Assessore Torre si è rifiutato di allargare la delegazione delle associazioni (era stato chiesto di far partecipare un rappresentante per ogni zona dove era emersa la criticità), invece di discutere sugli interventi per l’eliminazione delle criticità si è chiesto alle associazioni di “dimostrare che vi erano delle criticità”.

Terna, con il supporto della Provincia, ha fatto passare la tesi che bisognava dimostrare che vi erano delle persone (definite recettori) che sarebbero state danneggiate dall’inquinamento elettromagnetico.

Non dobbiamo dimenticare che la Provincia di Messina ha svolto un ruolo di coordinamento per la stipula della convenzione del 27/1/2007 e che riceve una compensazione di due milioni di euro.

Terna procede nella realizzazione dell’opera e risponde alle preoccupazioni per la salute con uno studio realizzato dall’ingegnere Vittorio Cecconi, secondo il quale «non ci sono casi conclamati di relazione tra le esposizioni alle onde elettromagnetiche e i danni alla salute dei cittadini»

Possibile che non esistano alternative che siano rispettose delle istanze della popolazione?

L’ingegnere Cecconi è un consulente di Terna, non sappiamo se pagato o no, ma non ha alcun titolo professionale per escludere tassativamente, come ha fatto, gli effetti negativi di un’esposizione al campo elettromagnetico a bassa frequenza. È un ingegnere, non un medico. Diversamente avrebbe ben presente il Principio di Precauzione del Trattato della Comunità Europea.

Basti pensare al parere diametralmente opposto dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità, ai ripetuti documenti dell’Istituto Superiora di Sanità e al grande dibattito in corso sull’argomento sin dal 1994 presso la Comunità Europea.

Purtroppo, il documento presentato da Cecconi, alla riunione del 21 settembre 2012 (ma inoltrato prima alla provincia regionale) è stato fatto proprio dalla Provincia per impedire qualunque discussioni, alla faccia dell’abbondantissima letteratura reperibile su Internet da un qualunque lettore di buona volontà.

In merito alle diverse soluzioni, l’asserzione del prof. Cecconi è priva di fondamento ed è in contrasto con quanto ripetutamente dichiarato dai vari tecnici di Terna in occasione dei numerosi incontri in merito ai costi o agli spazi necessari.

In Calabria, per esempio, è previsto un tratto in galleria, come richiesto dalla Soprintendenza, per lo stesso progetto di elettrodotto.

Il fatto è che mentre per le altre regioni le diverse soluzioni sono state discusse e scelte in una fase preliminare, in Sicilia le istituzioni interpellate non hanno certamente brillato per la tutela del territorio e dei cittadini.

Terna ora deve difendere delle scelte, quando pensava già di avere superato tutti gli ostacoli ed ha ovviamente difficoltà a fare marcia indietro.

Non siamo noi a dover dare indicazioni sulle scelte tecniche; Terna aveva ed ha il dovere di progettare e realizzare un elettrodotto che tenga conto delle istanze, ed anche delle paure, delle popolazioni nel rispetto dei principi che salvaguardano la salute, ma anche nel rigoroso rispetto dell’art. 9 della Costituzione che obbliga alla tutela del paesaggio quale risorsa per la nostra vita e la nostra economia.

All’indomani dell’occupazione del traliccio di Passo Vela da parte di alcuni esponenti delle associazioni “no elettrodotto”, il presidente della regione Crocetta ha disposto l’invio di ispettori nell’area interessata dai lavori dell’elettrodotto aereo e per ascoltare anche i comitati e i cittadini del comprensorio. Ritieni che questo porterà a dei passi concreti nella revisione del progetto di Terna?

In situazioni normali la Regione non dovrebbe più poter incidere sull’iter del progetto. Noi non sappiamo quali argomenti ha Crocetta, così come non sappiamo con quali argomenti Terna ha ottenuto per il progetto una attenzione particolarmente favorevole.

Esempio: come ha fatto la Regione a dimenticare nel febbraio 2010 che già nel giugno del 2009 aveva approvato il Piano di Gestione della ZPS Monti Peloritani, che prevede l’obbligo di effettuare i nuovi elettrodotti con interramento? (non esiste negli atti una motivazione sulla disattenzione a questa prescrizione di Piano, pur nell’ambito dello stesso Assessorato Regionale Territorio e Ambiente).

Auspichiamo, però, un intervento politico a difesa dell’autodeterminazione delle popolazioni interessate; speriamo che il Presidente Crocetta chieda a Terna una revisione del progetto per renderlo compatibile con la valorizzazione del pregevole territorio che possa servire ad un rilancio economico dei paesi della fascia tirrenica.

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