sabato, Ottobre 5, 2024
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Lotta alle mafie: la Chiesa faccia davvero la sua parte

Chiesa e mafia. Un ossimoro. Un’antitesi perenne che nel 2017 impressiona ancora di più. Eppure anche in queste prime settimane del nuovo anno abbiamo assistito a due eventi in cui la Chiesa, dal Veneto alla Calabria, è rimasta coinvolta nei rapporti con le mafie.

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Se in Calabria, don Pino Strangio che per circa vent’anni è stato rettore del più importante santuario calabrese (per storia religiosa da un lato e per l’importanza per la ‘ndrangheta dall’altro), si è dimesso perché risulterebbe indagato per violazione della Legge Anselmi, la norma che punisce la costituzione di associazioni segrete, e per concorso esterno in associazione mafiosa. In Veneto, invece, la curia padovana avrebbe, violando oltre che i più basilari principi cattolici anche il diritto della Chiesa di Roma, rilasciato un permesso di idoneità per il battesimo di una nipote di Salvatore Riina, figlio del capo dei capi e condannato per associazione mafiosa. Battesimo che don Vincenzo Pizzitola ha celebrato a Corleone alla presenza di Riina junior. Due eventi assai diversi che mettono in risalto le mancanze di una chiesa poco attenta da un lato e carente nel coraggio delle scelte dall’altro. Eppure è proprio questo quello che continua a mancare. Certo, c’è chi come il vescovo di Monreale non ha perso tempo a esprimere il suo disappunto sulla vicenda che ha coinvolto la sua diocesi e che lui stesso ha definito “una scelta censurabile e quanto meno inopportuna”.

Storie di questi giorni ma non sono certo una novità. Storie che continueranno ad accadere fin quando la Chiesa non inizierà a far sul serio nel contrasto alle mafie.  Storie come queste ci dimostrano quanta strada ci sia ancora da fare e quanto la Chiesa influenzi ancora oggi la società che la circonda. Un maggiore impegno con i fatti, una maggiore attenzione al fenomeno mafioso e una preparazione ben specifica sull’argomento per i giovani preti potrebbero essere il vero volano della Chiesa nella lotta alle mafie. È solo con una giusta informazione da un lato e la formazione dall’altro che la Chiesa potrebbe davvero fare la sua parte, incidendo, come diceva don Tonino Bello, la crosta della civiltà. Gli esempi, anche oggi, ci sono. Basta seguirli, e incoraggiarli.

 

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