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La Cité des Dames: i criteri e le pretese femminili per Catania

8 marzo 2015: abbiamo tante pretese, ci piace chiamare così infatti le cose che vogliamo per la città perché non vogliamo più che siano solo desideri, richieste o buoni propositi, pensiamo invece che le cose che noi vogliamo debbano diventare fatti concreti occasioni e opportunità per una trasformazione e un cambiamento profondo che rendano la città più bella, felice e giusta per le donne e per gli uomini che la vivono e la amano. L’8 marzo lo dedichiamo alla città, a questo scrigno di relazioni, legami, affetti e interessi che la rendono un crogiolo di umanità e alle tante donne che ogni giorno pensano a cosa si può fare per vivere con più agio e con meno fatica e pretendono di essere ascoltate.

Le donne sanno come va pensata, disegnata e amministrata la città, con sapienza e saggezza, con attenzione, cura e interesse. Ritessere le trame, ricucire smagliature e strappi nel tessuto sociale e urbanistico, riannodare i fili spezzati delle relazioni, sono azioni che le donne sanno fare bene con la sapienza di chi ha spezzato lo steccato che separa l’Oikos dalla Polis, la cura della casa dalla cura della cosa pubblica. Lo sanno bene le donne e gli uomini della Ragna-Tela che attuano da anni la politica delle relazioni e hanno creato in città e non solo un forte tessuto fatto di pratiche e condivisioni.

È la nostra città quella a cui ancora una volta rivolgiamo la nostra attenzione e il nostro interesse, sia come luogo reale ma anche come luogo simbolico dove tante donne e uomini agiscono il loro desiderio di pienezza, bellezza e solidarietà. Noi siamo convinte /i che meriti molto e pensiamo che chi la ha amministrata e chi l’amministra, pretendendo di disegnarne il futuro, non è stato e non è grado di coglierne l’essenza né di saper ascoltare le voci della comunità continuando nei fatti a mortificarla .

Per questo l’8 marzo per noi sarà l’occasione, prendendo l’avvio dalle pretese delle donne di coagulare attorno ad un progetto comune l’impegno dei tanti comitati e delle tante associazioni che operano per la città e il territorio, per una città aperta, bella, solidale, intelligente, coinvolgente. Per una città che:

…sappia rispettare l’ambiente e il territorio, senza nuova edificazione e senza consumo di suolo, che sappia fare dei rifiuti una nuova risorsa, che sappia contrastare l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo , che scelga per l’acqua, bene comune, una gestione completamente pubblica, che sappia custodire i suoi beni culturali e il suo centro storico nel suo insieme, che sappia scegliere modernità e innovazione per ripensare la mobilità, riqualificare il patrimonio edilizio e utilizzare a pieno le fonti energetiche rinnovabili ed ecosostenibili, che insomma faccia dell’innovazione uno strumento condiviso per migliorare le condizioni di vita e sostenere il lavoro, che si occupi del disagio sociale ed economico che va affrontato e risolto e non ghettizzato, della la mancanza di case e di lavoro e del degrado delle periferie, che sappia curare i parchi, il verde, le piazze e i giardini facendone luoghi di socializzazione ed incontro, che riesca a potenziare la rete dei servizi sociali e sanitari anziché depauperarla , che sostenga una scuola inclusiva ed efficace, che abbia una rete di servizi di prossimità ampia e articolata: negozi, uffici, centri di aggregazione, biblioteche ecc., che offra una rete adeguata di servizi all’infanzia a cominciare dagli asili nido, che assicuri agli anziani una vecchiaia attiva e protetta, che sappia coinvolgere i giovani in progetti di sviluppo sostenibile ed equo, che sia aperta e ospitale e sappia rispettare le diversità e le differenze in ogni ambito e in ogni occasione, che rifiuti e contrasti l’omofobia e il razzismo, che compia ogni scelta con il coinvolgimento della comunità, dei comitati e delle associazioni, che sappia accogliere le e gli immigrati rispettandoli e sostenendoli con cura e attenzione, rifiutando modelli di segregazione (cara di Mineo), che sappia scegliere la pace e la smilitarizzazione del territorio contrastando i presidi di guerra (Sigonella–Muos), che rifiuti con azioni significative simboliche e concrete la violenza maschile contro le donne e la cultura che la alimenta.

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