martedì, Dicembre 10, 2024
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Kalashnikov

Sul palco c’erano Gian Carlo Caselli e Alfonso Sabella, suo pupil­lo ai tempi eroici della procura di Pa­lermo dopo le stragi. Ambiente: aperta campagna, terreno sequestrato alla camorra, il campo dei giovani di Libera a Borgo Sabotino. Hanno det­to cose importanti tutti e due. Ma qui riporto a memoria un episodio rac­contato da Sabella, perché mi ha sgomentato.
Nel ’96 siamo entrati, ha detto il magistrato, nel più grande arsenale mai trovato a organizzazione mafio­sa. A San Giuseppe Jato. C’erano de­cine di lanciamissili e lanciagranate, batterie di bombe a mano, centinaia di kalashnikov….
Ecco, fermiamoci qua. Centinaia di kalashnikov. Roba da guerra civi­le, non da gruppi di fuoco che fanno agguati o assassinano uno per uno i loro nemici. Sono questi i “dettagli” su cui riflettere. Primo, perché un ri­trovamento così dovrebbe restare scritto a caratteri cubitali nella nostra memoria, insieme alle decine e deci­ne di latitanti che, proprio sotto la guida di Caselli e Sabella, vennero catturati negli anni novanta. Mentre se va bene ci ricordiamo del lavoro di quella procura per il processo An­dreotti.

Secondo, perché abbiamo qui la misura delle dimensioni del nemico, altro che quattro straccioni comanda­ti dall’alto come ogni tanto si sente ancora dire (ahimé, quando la finire­mo?). Un esercito abbiamo davanti, non di meno. E ogni volta che sen­tiamo parlare di affiliati a questa o quell’organizzazione mafiosa do­vremmo riandare subito a queste promesse di apocalisse. Che l’affilia­to sia un architetto, un politico o un dirigente di Asl.
Ma non basta. Quell’arsenale venne trovato. Quanti ce ne sono an­cora in giro, di Cosa nostra o della ‘ndrangheta o della camorra? E chi minacciano? A che scopo vengono allestiti e mantenuti?

Ad apprendere o sentirsi ripro­porre queste notizie ci si ritrova a in­terrogarsi smarriti una volta di più sulla precarietà della nostra demo­crazia. E sull’allegria (o anche il ro­manticismo impegnato) con cui af­frontiamo questa materia. Ecco, è il caso di cambiare registro.

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