giovedì, Marzo 28, 2024
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Il metano, la mafia e la mafia dell’“antimafia”

Scheda

UN “PATTO DI LEGALITA’” 

I lavori furono eseguiti dalla Gas s.p.a. con i finanziamenti pub­blici. Una interessante operazione per la quale è op­portuno citare le dichiarazioni rese da Massimo Ciancimino presso il Tri­bunale di Palermo alla presenza dei magistrati dott. Ingroia e dott. Di Matteo il 09/07/2008:

“Si erano occupati insieme anche di fare levare l’aggiudicazione del­la, dei lavori dell’impresa quel­la dei Ca­vallotti per farla aggiudicare sempre all’impresa Bran­cato-Lapis” (allegato 8 – trascrizione dell’interrogatorio reso da Ciancimino Massimo il 06//07/2008).

In data 08/05/2009 presso il gruppo della Guardia di Finanza di Bologna, innanzi ai magistrati Vincenzo D’Agata, Fabio Sca­vone e Antonino Fanara, Massimo Ciancimino dichiarava poi:

“Il Prefetto di Palermo Profili, in seguito ad una inda­gine giudiziaria, revocò le conces­sioni che erano state assegnata ad una impresa ri­conducibile alla famiglia Cavallotti di Pa­lermo, che si sospettava vicina al clan ma­fioso dei Madonia. Si decise, in sostitu­zione, che tali conces­sioni avrebbero do­vuto essere assegnate di ufficio alla socie­tà del gas Brancato- Lapis, ove mio padre aveva interesse, e di tale fatto se ne occu­pò proprio il dott. Sciacchitano oltre che l’ing. Brancato. In effetti avvenne che le concessioni furono assegnate alla nostra “società””(allegato 9 – verbale di interro­gatorio di Ciancimino Massimo 08/05/2009).

L’allora Presidente della Commissione Antimafia Giuseppe Lumia il 17/06/2000 partecipava a Mezzo­juso all’inaugurazione dei la­vori di meta­nizzazione eseguiti dalla Gas Spa spie­gando al suo uditorio la necessità di co­niugare lo “sviluppo con la legali­tà”. Secondo quanto dichiarato da Massimo Cianci­mino tale accordo non raggiunse gli obiettivi di legalità cui ten­deva.

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