venerdì, Aprile 19, 2024
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Il giorno dei Forconi

Da un paio di giorni sono dentro i blocchi, registro audio e scatto fotografie. La voce di Forza Nuova ed MpA è una storia dei giornali. I blocchi, in provincia, sono nati spontaneamente, c’è confusione. Le “persone politiche” hanno demonizzato e ghettizzato la manifestazione, il rischio è che personaggi biechi prendano e/o perdano il controllo, per una lotta del tutti contro tutti.

La notte senza guida di nessuno c’è quello che può uscire il coltello e tagliere le ruote o il pastore che in solidarietà porta il formaggio. Rifondazione locale si distacca snobbando, non può portare la presenza di partito e rinuncia anche alla sola discussione.

Eppure è un campo aperto. Ci sono 23enni elettricisti, o idraulici, o carpentieri, che si sono fermati, altri che non lavoravano da qualche mese. Le rivendicazioni sono le più comuni, non c’è niente di organico ne linguaggio. È popolo, nella sua espressione chiusa e gretta in molte occasioni, ma sono, e ripetono, con le spalle al muro. Ho sentito più volte questo detto che non conoscevo: “Il sazio non crede mai al digiuno”.

Comunicare non è facile, né sentire un ragionamento. Eppure stanno aggiungendosi, panettieri, piccoli commercianti. Oggi gli studenti si sono avvicinati timidamente e cercavano di capire. Faranno forse una manifestazione.

Ho chiesto perchè non ci fossero le mogli, e la risposta era quella di quarant’anni fa, quella di oggi. Se lui porta la sua, io porto la mia. Forconi e confederazioni non hanno nulla sotto controllo. Il sindacato non ha messo parola, non c’è un volantino ne un servizio d’ordine.

I carabinieri mi dicono che hanno l’ordine di lasciar fare, 2 per presidio e la macchina del capitano che si muove per controllare intervenendo confusamente e amichevolmente per questa o quella questione. Carabinieri e manifestanti a stretto contatto parlano di un “pre-grecia”. Ci sono notizie che debba partire la calabria.

Di mafia non si parla. O meglio, la mafia è la politica. Chi dice che c’era vent’anni fa e ora non c’è più, chi sostiene che i suicidi sono i nuovi morti ammazzati dalla mafia politica. Oggi un ragazzo al microfono ha gridato: “siamo contro il governo e contro la mafia” e poi repentino e sottovoce: “forse contro la mafia no”.

Il povero sostiene che l’altro povero che deve passare con la macchina, stia meglio di lui. Sui rumeni c’è una spaccatura. Chi dice che rubano il lavoro, chi sostiene che è naturale che debbano lavorare ma stanno in condizioni disumane. Comprensione e fastidio contestualmente. A tratti solidarietà.

Basta chiedere però cosa dicono dei loro principali, o dei padroni, ed esce che firmano tutti buste paghe maggiorate, no ferie, no malattie, no nulla. Giornate allungate e stessa paga. Con una domanda il nemico torna quello reale, e lo straniero quasi si avvicina. Ma nessuno pone loro una sola questione. Chi potrebbe li chiama villani e mafiosi. Villani lo sono tutti, i mafiosi iniziano a prendersi lo spazio vuoto.

Gli studenti hanno tentato una mobilitazione, ma non hanno capito bene e c’hanno rinunciato, almeno per oggi. Poi si sono avvicinati. C’è un difficoltà comunicativa palese. La lingua è il dialetto locale e loro arrivano con rayban e giubbe belle, e non vedono i loro padri, soltanto quelli di alcuni compagni di classe. Questo li rassicura. Ma non capiscono. Ho consigliato loro di farsi sentire comunque anche se in autonomia. Tifo evidentemente per la rivolta. Ma allo stesso tempo l’assenza totale di teste mi preoccupa.

I Richichi, i Morsello, i Crupi e i Ferro, non sono demiurghi. Popolani e populisti parlano a gran voce, ma sono seriamente preoccupati. E li si vede in tv. Anche perché sanno che le risposte non arriveranno.

Al presidio qualcuno si avvicina e inizia ad insinuare che ci va il loro partito e il loro rappresentante. 3000 mila voti e “facciamo volare” chi diciamo noi. Un attimo prima si diceva “no politica”, poi si applaude, poi si dice ancora no. Nessuno hai idea di una via d’uscita e chi si accosta non conosce neanche quella d’entrata. Il borghese un pò tonto, propone Padre Enzo alla guida di una lista e quello accanto gli dice che è scemo, che padre Enzo non è la con loro e che non sa nulla dei loro problemi.

Tutti lamentano la mancanza della televisione. Dicono che il caso Concordia si trascina per fargli ombra. Sarà vero, non lo sarà… Ma qua c’è qualcosa che qualcuno non sta sapendo leggere.

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