venerdì, Aprile 19, 2024
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Come stai scuola italiana?

Il presente della scuola vista da Nord a Sud.

 

“La possibilità di seguire le lezioni in didattica distanza non è per tutti, né qui a Milano né nel resto d’Italia. Io ho affrontato, in tempo di pandemia, sia la maturità e sia il primo semestre del primo anno di università. Non è facile approcciarsi ad uno studio totalmente diverso da remoto, gli esami si svolgono regolarmente, ma la formazione ne risente” afferma Davide Borghi, in una diretta dei Siciliani Giovani sul tema scuola andata in onda ieri sera.

“I miei compagni di facoltà li ho conosciuti tramite un gruppo su Whatsapp dove in genere ci si scambia appunti o informazioni sulle materie, è alienante”- Davide si è diplomato a giugno 2020 al liceo Carducci di Milano, una delle dodici scuole che ha deciso di occupare- “Alcuni compagni del mio liceo hanno manifestato per ottenere la scuola in presenza. Certamente la scuola è una priorità, ma anche la salute della gente. Una cosa la devo dire: un sistema politico che non garantisce costanza alla scuola è certo che non merita appoggio, abbiamo bisogno di indicazioni chiare.”

Per passare al caso Sicilia, Fabrizio Russo, studente del Turrisi Colonna di Catania, ha preso la parola essendosi attivato per una mobilitazione studentesca: “Il 29 gennaio c’è stata una manifestazione nazionale, ci siamo coordinati noi studenti e i lavoratori che si occupano di logistica. C’è da dire che l’attivismo di noi studenti non è nato solo ora a gennaio, ma già a maggio-settembre ci siamo dati da fare con sit in e proteste statiche. È stato difficile organizzare una mobilitazione in piena zona rossa, ma ce l’abbiamo fatta.”

“Uno dei problemi più gravi che affligge la Sicilia è certamente l’alto tasso di dispersione scolastica, influisce sì il retaggio culturale, ma tutto dipende dalle scelte politiche fatte. Se la giunta regionale di Musumeci decide di tagliare milioni di euro in quanto fondi destinati a progetti contro la dispersione scolastica allora non dobbiamo meravigliarci delle differenze che ci sono.”

Anche il liceo Manzoni di Milano ha deciso di occupare contro la Dad, le varie peripezie sono state raccontate ieri sera dalla direttrice di un giornalino scolastico, Sara Cornetta: “Noi della redazione abbiamo lavorato a contatto con il Collettivo della nostra scuola sebbene le nostre posizioni politiche siano diverse. L’occupazione è stata il 12 gennaio ed è durata circa 24 ore; durante la notte i ragazzi sono riusciti ad occupare il cortile della scuola. Ho notato che il nostro grande difetto in questo periodo di pandemia è stata la comunicazione: noi studenti abbiamo tutti opinioni diverse sul da farsi. A lezione non abbiamo il tempo di confrontarci, per questo ci manca tanto la scuola in presenza, abbiamo bisogno del nostro spazio redazione per un momento di dialogo.”

Diverse scuole hanno rinunciato alle assemblee di istituto per motivi tecnici, ma lo Spedalieri di Catania non ne ha potuto fare a meno: “Noi rappresentanti di istituto abbiamo cercato di portare un po’ di leggerezza tra i ragazzi. In settecento ci siamo dati da fare per costruire online sia le elezioni dei rappresentanti, molto sentite qui allo Spedalieri, e sia le assemblee di istituto. Abbiamo creato delle stanze apposite dedicate a quiz di cultura generale con sistemi interattivi e anche agli spazi liberi, dove si parla di ciò che si vuole.”

In diretta è ritornato spesso il tema della dispersione scolastica, questa volta affrontato dalla prospettiva di una ragazza di Milazzo, Amelia, rappresentate d’istituto del liceo Impallomeni: “Il tasso di dispersione qui tocca livelli altissimi: chi è bravo e ha i mezzi necessari va avanti, gli altri vengono abbandonati a loro stessi. Il risultato della Dad su alcuni ragazzi di periferia è stato devastante, andavano al parco a giocare con gli amici lasciando le telecamere spente durante la lezione online.” 

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