sabato, Aprile 20, 2024
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Catania, situazione torbida all’Ufficio Stampa. D’Agata mente, Bianco chiarisca

Le dichiarazioni dell’Assessore del Comune di Catania Rosario D’Agata circa il funzionamento dell’Ufficio Stampa del Comune sono di una gravità inaudita e, nel tentativo maldestro e irresponsabile di proteggere fideisticamente l’operato del Sindaco, confermano la situazione torbida che avvolge l’Ufficio Stampa e la gestione degli incarichi nelle partecipate del Comune.

 

L’Assessore D’Agata, come riportato da Giuseppe Bonaccorsi su La Sicilia di giovedì 19 febbraio, ha affermato che Giuseppe Lazzaro Danzuso e Giovanni Iozzia “sono portavoce personali del Sindaco Bianco” e ha giustificato la loro presenza costante al Municipio dichiarando che essi “rispondono al Sindaco e agli Assessori”. Inoltre, in merito alla loro presenza proprio nell’Ufficio Stampa del Comune, l’Assessore ha affermato che “vengono lì per riferire e lavorare per il Sindaco”.

Evidentemente l’Assessore D’Agata non sa o finge di non sapere che la mansione di portavoce per gli organi di vertice dell’amministrazione pubblica è normata dalla legge. L’articolo 7 della legge 150 del 2000 infatti determina che “l’organo di vertice dell’amministrazione pubblica può essere coadiuvato da un portavoce, anche esterno all’amministrazione, con compiti di diretta collaborazione ai fini dei rapporti di carattere politico-istituzionale con gli organi di informazione. Il portavoce, incaricato dal medesimo organo, non può, per tutta la durata del relativo incarico, esercitare attività nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche. Al portavoce è attribuita una indennità determinata dall’organo di vertice nei limiti delle risorse disponibili appositamente iscritte in bilancio da ciascuna amministrazione per le medesime finalità”.

L’Assessore D’Agata dovrebbe sapere che nessun incarico esterno è stato ufficialmente conferito dal Comune di Catania per l’attività di portavoce del Sindaco e quindi qualsiasi presunto incarico di portavoce del Sindaco si pone in contrasto con la legge. Se fosse vero che Danzuso svolge attività di portavoce del Sindaco, ma non lo può essere in quanto nessun provvedimento è stato emesso in tal senso, tale incarico alla luce della succitata legge sarebbe incompatibile con la nomina di Danzuso ad addetto stampa di Asec Trade. L’eventualità per la quale Danzuso e Iozzia fossero collaboratori privati dell’Avvocato Enzo Bianco non la possiamo prendere neanche in considerazione, in quanto in alcun modo dei collaboratori privati di una persona, anche nel caso in cui egli svolga la funzione di Sindaco, possono permettersi di interferire con l’attività dell’amministrazione comunale, con gli uffici comunali e men che meno possono aver accesso libero alle stanze del palazzo comunale.

Inoltre la legge 150 del 2000 all’articolo 6 distingue categoricamente le attività di Portavoce e Ufficio Stampa. Risulta quindi ingiustificabile, ammesso che effettivamente esistano dei portavoce del Sindaco, il loro coinvolgimento nell’attività dell’Ufficio Stampa del Comune.

Il Sindaco di una città è libero di assumersi la responsabilità politica e amministrativa di nominare consulenti e portavoce ma non è certamente libero di ignorare la legge che ne regolamenta nomine e funzioni. Appare assai grave che personale non assunto dall’amministrazione svolga mansioni per il Sindaco e la Giunta, così come va immediatamente chiarito come sia possibile che Giuseppe Lazzaro Danzuso, oggi nella fantomatica qualità di “portavoce personale del Sindaco” come ammesso dall’Assessore D’Agata, fino a ieri addetto stampa di Enzo Bianco in campagna elettorale, sia stato nominato consulente esterno di Asec Trade, senza nessun avviso o bando pubblico, per “attività di comunicazione e ufficio stampa”. Tale atto svela un inaccettabile uso privatistico delle società partecipate del Comune, ancor più grave in una fase di ristrettezze economiche e di tagli.

L’amministrazione comunale ha il dovere di fare chiarezza e il Sindaco della città, Enzo Bianco, ha l’obbligo morale e politico di riferire circa la situazione dell’Ufficio Stampa, delle nomine nelle società partecipate e sull’effettiva posizione di Danzuso e Iozzia.

Se qualcuno pensa che vicende come queste possano avvenire nell’ombra senza che nessuno se ne accorga e richiami alla legalità e al rispetto delle Istituzioni si sbaglia di grosso. Politica, informazione libera, forze sociali e associative sono chiamate a riscattare Catania da anni di malapolitica, clientele, infiltrazioni mafiose e malaffare. Non staremo in silenzio!

Matteo Iannitti, Catania Bene Comune

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