domenica, Luglio 27, 2025

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-rete-AperturaCronacaCultura

Repubblica, repubbliche e imperi

La lotta fra umanitari e schiavisti negli Stati Uniti non è mai finita, e oggi, come a ogni generazione, si riaccende ferocemente. Dall’esito di questa lotta dipende, per i prossimi anni, l’assetto del pianeta intero, compresa la piccolissima parte chiamata Italia. Le poche decisioni locali le prendono le famiglie Agnelli, Medici o Berlusconi, non certo Comuni e Repubbliche di cui sopravvivono i riti, non i poteri. Le elezioni locali non sono che una concessione imperiale, con l’unico valore ormai di un test antropologico.

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-rete-AperturaGiornalismo

Il nuovo giornalismo e il mondo nuovo

In che cosa noi gente perbene, ed anzi i più generosi, siamo colpevoli per la disinformazione, per la mafia, per i giornali mercanteggiati, per l’epidemia di servilismo? Perché protestiamo solo ogni anno – non ogni giorno e momento – e perché protestiamo divisi. Protestiamo per rito, per abitudine, senza crederci fino in fondo; i pochi che davvero ci credono riescono per lo più a rendersi impopolari col loro linguaggio incomprensibile e il loro “io so tutto”

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Branca, Branca, Branca…

Tra non molto Catania resterà senza squadra di calcio e pure senza giornale. La squadra, fondata nel 1946, è in fallimento. Il gruppo industriale e finanziario di Nino Pulvirenti, proprietario della società sportiva, è in bancarotta, col fiato sul collo di creditori, lavoratori e magistrati. Non se la passa meglio il giornale La Sicilia, che a causa delle spregiudicate amicizie dell’editore Mario Ciancio è riuscito a mantenere il monopolio della carta stampata in Sicilia orientale, ma non le vendite. Il gruppo Ciancio ha già annunciato la liquidazione dell’altro giornale di sua proprietà, la Gazzetta del Mezzogiorno. Nel frattempo nella città in fallimento, elegantissimo, con la medaglia di Cavaliere di Gran Croce al petto, rientra in scena l’avvocato Vito Branca.

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-rete-AperturaFotografiaInchiesteIntervistePeriferie

Prove napoletane di sommovimento

La quarantena e le misure di contenimento imposte ai cittadini sono elementi che vanno a sommarsi alle profonde diseguaglianza già esistenti, seppure generalmente ignorate ed occultate. Le iniziative solidali di città come Napoli hanno avuto questo come principale merito, restituire visibilità a coloro di cui questo paese colpevolmente si dimentica. Ora, che lentamente torniamo alla quotidianità, è tempo di chiederci cosa possiamo fare affinché chi vive ai margini della società non sia condannato all’invisibilità. Oltre ad offrire tutto il supporto materiale, è tempo di pianificare ma senza essere ingenui.

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Diario della fase uno

Questo volumetto è il contributo delle giovani redattrici dei Siciliani – la quinta generazione del giornale fondato da Giuseppe Fava – alla libera informazione in un momento difficile del nostro popolo. Difficile, ma affrontato in complesso con spirito di disciplina e di solidarietà. Certo, fra molti mugugni, che non vanno però confusi con l’irresponsabilità di coloro che, per carriera politica o per semplice vanità, di questo drammatico momento non hanno colto che l’occasione di mettersi in mostra o con un eccesso di critica o con un eccesso di autorità.

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Venticinque passi

Una targa di marmo, sui muri della casa natale, ricorda il sacrificio di Graziella Giuffrida. Sul lato opposto della piazza, una fila di case confiscate alla mafia. Abbandonate dopo anni dalla confisca. Il Comune non si decide ad assegnarle alle associazioni. Ancora troppo forte il potere del clan Santapaola. Tra l’eroico coraggio e la violenza mafiosa, a San Cosimo, ci sono appena venticinque passi.

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-rete-AperturaGiornalismo

Primo aprile in ritardo

Sostegni economici giornali indispensabili contro derive fake news” “Ora più che mai i sostegni economici all’editoria sono necessari perché quando l’informazione  è professionalizzata si rivela un presidio di garanzia contro ogni deriva, a cominciare dalle fake news che producono danni enormi nella vita sociale quotidiana e infestano il sistema di diffusione delle notizie.

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Caso Ciancio, parla Zuccaro

MARTEDI’ 31 MARZO ALLE ORE 16,00 DIBATTITO SUL CASO CIANCIO IN DIRETTA SU FACEBOOK E TWITCH

“Contiguo con Cosa Nostra”, ma questo non è reato. E’ la tesi del provvedimento con cui la Corte d’Appello ha restituito i beni sequestrati al discusso imprenditore catanese Mario Ciancio, sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa: amico dei mafiosi, secondo la Corte, ma “non pericoloso”. Abbiamo chiesto un pensiero in merito al Procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro.

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Questa stagione

La stagione  del  “coronavirus”,  con il suo intreccio di vicende drammatiche entro  una stagnazione greve e  vischiosa, non aiuta le riflessioni  con distacco emotivo. Tanto più  se si hanno – come nel mio caso – più di 80 anni, cioè un’età che colloca “ di diritto” nel novero dei candidati  più esposti all’esito nefasto della malattia. Con il problema di conciliare la massima “memento homo qui pulvis es…” con la crescente sensazione  di  poter essere alla  fin fine considerati da qualcuno   come una zavorra a perdere senza rimpiangerla più di tanto…

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