venerdì, Aprile 19, 2024
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100.811

Numeri, numeri, numeri… Semplici cifre? No: storia nostra, vite umane

 Proviamo a dare i numeri. 153.147 furono i civili deceduti durante la seconda guerra mondiale nel nostro Paese. 470 sono i morti sparpagliati negli anni “di piombo” tra il ‘69 e l’84. La città italiana di Lecce conta 93.679 abitanti; Novara 102.144. All’Olympiastadion, il giorno della finale dei Mondiali del 2006, a gridare c’erano 69.000 tifosi. Infine, su una Freccia Milano-Roma, ci sono 574 posti a sedere.

Ma che c’entrano queste cifre fra di loro, che ci fanno insieme?. Ognuna dà un’emozione diversa. Le prime –  sgomento e rabbia – ricordano cittadini morti ammazzati in nome di idee grandiose. Gli altri due numeri hanno il profumo dello dello ientu pugliese o del Barbera dei colli piemontesi. Quello di Berlino emana una sensazione di orgoglio collettivo, ma non di guerra, col viso l’espressione di Fabio Grosso dopo il  rigore decisivo. L’ultimo ci riporta all’ultimo viaggio in treno, magari all’ultima persona con cui abbiamo parlato, un passeggero, un’amica, il bigliettaio.

Contengono, tutte cifre, tanti volti di uomini e donne. Storie, esperienze, vite. I numeri sono fatti così: raccolgono in pochi tratti ciò per cui non basterebbero fiumi di parole.

Quel centomila del titolo potrebbe essere una sequenza priva di prefisso. Forse, chiamando, risponderà una nonna di un paesino isolato chissà dove: magari aspetta il figlio che non sente da tanto tempo. “Numero irraggiungibile” borbotta il telefono, se proviamo a comporlo… Oppure, quelle sei cifre possono essere uno dei marchi tatuati sui sopravvissuti di Birkenau. Primo Levi ne aveva uno simile, 174.517. Oppure ancora, possono essere la matricola di uno studente alle prese con la nuova facoltà, nuove relazioni, nuovi mondi.

Ma in realtà il legame fra queste successioni di cifre si può sintetizzare in due semplici parole: vite umane. Dietro un numero di telefono, una matricola sulla pelle o su un tesserino si celano bambine e bambini, anziani e giovani, uomini e donne, ognuno con la sua vita, i suoi sogni, i suoi album di famiglia, gioie e dolori. I numeri ci parlano di persone, viste alla stazione del treno, in una via di paese o in un’aula d’esame.

Proviamo a dare gli ultimi numeri, quelli d’attualità. 629 sono i parlamentari che siedono alla Camera e al Senato, alcuni dei quali impegnatissimi in queste settimane… nella riapertura degli impianti di sci. 2.647.057 sono gli studenti delle scuole superiori italiane, reduci da quasi un anno di Dad; fra loro ci sono quelli che hanno protestato davanti ai licei per rientrare a scuola in sicurezza. 6.000 erano i tifosi milanisti e interisti, fuori S. Siro, a incitare i campioni durante il derby milanese; un po’ meno quelli con mascherina o con la mascherina proprio su naso e bocca..

Infine, l’ultimo numero, 100.811 giunto da poco. Sono i morti da Covid, tutti insieme: anche loro una svolta della storia d’Italia.

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