sabato, Dicembre 20, 2025

Società

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Così ci rubano diritti e lavoro

Da anni a Catania gira voce che è inutile denunciare il lavoro nero all’ispettorato del lavoro, perché tanto ai titolari delle attività non li toccano, per via delle loro amicizie importanti. Voci fondate, cose vere. Almeno fino a ieri, quando la magistratura e la Guardia di Finanza hanno arrestato il Direttore dell’Ispettorato del Lavoro, una funzionaria e due politici attivi nel corrompere i funzionari. Venerdì 11 maggio manifestazione a Catania, per denunciare il lavoro nero e riprenderci i nostri diritti. 

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Lo sgombero dei rom di Scampia

Il coro dei difensori filo-istituzionali e degli opinionisti dell’ultima ora si domanda stizzito: ma cosa vogliono questi rom, hanno pure avuto i soldi? E aggiungono diffamando con assoluta certezza: le associazioni parlano perché ci speculano e guadagnano su di loro. Qualcuno è più benevolo e si limita a condannare un atteggiamento che si presume assistenziale. La solidarietà, il processo di comunità, il lavoro di prossimità, le lotte collettive per la difesa dei diritti non fanno evidentemente parte dell’orizzonte mentale dei più.

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L’occupazione militare delle scuole

“Tra le tante iniziative che la Regione Veneto condivide con l’Esercito italiano ci sono quest’anno le celebrazioni nelle scuole per il centenario della conclusione della prima guerra mondiale”, ha dichiarato Donazzan. “Con il Comando Forze Operative Nord abbiamo condiviso la comune intenzione di coinvolgere sempre più le scuole promuovendo la presenza di rappresentanti dell’Esercito in occasioni e incontri formativi […]”.

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Trabajar apatronado

“Facevo il cuoco con tanto di diploma, capito? Prendevo il minimo sindacale: duecentosettanta mila pesos e a diciotto anni avevo già una figlia. ‘Cambio’, mi dico, e trovo posto in un’azienda che serve Arauco, quella che pianta alberi e fa legna. All’inizio andavo a lavoro in autostop. Ora sono sei anni che riparo macchine industriali per seicentoventiquattro mila pesos, dodici ore al giorno… Se è pericoloso? Certo! Posso bruciarmi, cavarmi un occhio, tagliarmi un dito: ma che posso fare?”.

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La libertà è partecipazione

In occasione delle prossime elezioni amministrative del 10 giugno, si presenta nuovamente la possibilità che la prima municipalità di Catania abbia una rappresentanza di quartiere, costruita dal basso. Il nome è “Partecipa” e ieri, domenica 15 aprile,  il movimento si è presentato alla città, scegliendo la pescheria come location. Abbiamo intervistato Dario Pruiti, presidente dell’ARCI Catania, per saperne di più.

 

 

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