martedì, Dicembre 10, 2024
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Sarà davvero un nuovo anno giudiziario?

 

Anche quest’anno si è celebrato presso il Tribunale di piazza Verga l’apertura dell’anno giudiziario. Il solito grande palco in legno è stato posizionato alla fine del lungo corridoio che si apre maestono a chiunque varca l’ingresso, sotto la scritta: ” la legge è uguale per tutti”.

 

 

Davanti al palco le sedie riservate alle autorità politiche, ecclesiastiche e militari, ai lati quelle riservate agli avvocati.

Cominciano i lavori dell’Assemblea. Il Presidente di Corte di Appello, dott. Alfio Scuto inizia a leggere la sua relazione sull’Amministrazione della Giustizia. Tanti i temi toccati: la soppressione delle sezioni distaccate, la cronica carenza di giudici e di personale di cancelleria, la questione mai risolta della cittadella giudiziaria.

 

 

La sensazione che si prova ascoltando la sua relazione non è nuova. L’impressione è quella di parole già ascoltate, già vissute. I problemi appaiono sempre gli stessi e le soluzioni anche. Tutto appare così facile. Mancano unità di personale? Bene, assumiamolo. C’è la necessità di un luogo dove riunire tutti gli uffici giudiziari? Bene, il Ministero ha acquistato il cd. “Palazzo delle poste”, ristrutturiamolo. Abbiamo bisogno di regole e procedure più razionali? Riuniamoci e pensiamole.

E invece…

Il dato relativo alla carenza di organico nella magistratura ordinaria è sconcertante. Su un organico complessivo di 10.151, in Italia, mancano ben 1.324 magistrati ordinari. Le scoperture distrettuali si attestano su una percentuale media del 10,98 per gli Uffici giudicanti e 22,34 per gli uffici requirenti (dati C.S.M.).

Nonostante tale carenza i giudici italiani sono tra i primi in Europa per produttività.

 

 

Il rappresentante della Giunta dell’ANM di Catania invita, nel corso del suo intervento, il Parlamento a prendere urgenti provvedimenti in tema di prescrizione per evitare che dopo tante carte scritte e tante udienze il processo non possa proseguire.

 

Lo stesso suggerisce al Parlamento di rivedere il disegno di legge in tema di responsabilità civile dei magistrati perché non appare sorretto da una ratio condivisibile, in quanto rischia di diventare uno strumento di pressione, per chi se lo può permettere, per influenzare l’esercizio dell’attività giurisdizionale.

Altro tema caldo, legato mani e piedi alla cronica carenza di giudici ordinari, è la posizione della magistratura onoraria. Costoro non hanno vinto il concorso per magistrato ma svolgono con grande impegno e dedizione le loro funzioni. Lo stesso Presidente di Corte d’Appello definisce il loro impiego indispensabile in quanto necessario, attesa la cronica carenza di magistrati ordinari, per la composizione dei collegi giudicanti, per sostenere il ruolo di pubblica accusa e per la copertura dei ruoli rimasti vacanti. Questi giudici hanno sulle loro spalle le responsabilità della funzione giurisdizionale ma non i benefici. Nel disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati anche loro sono indicati come possibili destinatari dell’azione risarcitoria diretta. Tanti obblighi a fronte di un trattamento economico, a dir poco, imbarazzante. Per fornire risposta a legittime esigenze di maggiore tutela e dignità del compito assolto, da anni si parla della necessità di una riforma della magistratura onoraria. Dal 1998 si attende che il Parlamento si pronunci, siamo al 2014 e ancora le parti sono sedute attorno a un tavolo tecnico istituito presso il Ministero di Giustizia.

Il rappresentante UNIMO (Unione Nazionale Italiana Magistrati Onorari) dichiara, a tal riguardo, che: ” … non è più procrastinabile tale situazione, urge rimeditare e rivedere tempestivamente  le vigenti disposizioni dell’ordinamento giudiziario che regolano l’impiego e lo status dei magistrati onorari anche e soprattutto perché essi siano uno strumento concreto di efficienza del servizio giustizia”.

 

 

Altro punto nodale della relazione del Presidente è la gravissima situazione dell’organico del personale amministrativo. L’ultimo concorso per l’assunzione di personale di cancelleria risale al lontano 1998. Nel frattempo a causa dei continui pensionamenti, il personale amministrativo si è drammaticamente ridotto. La situazioni è da più parti definita insostenibile e neppure il recente interpello nazionale garantirà rilevanti benefici, atteso che per la Corte di Appello di Catania sono stati messi a disposizione solo due posti di funzionario.

 

Auspicare l’incremento del personale di cancelleria non è solo necessario ma vitale. Senza una cancelleria efficiente, l’operato di qualsiasi giudice anche il più bravo, ordinario o onorario che sia,  risulta penalizzato e rallentato.

Tante richieste, tante necessità diverse riempiono gli interventi.

Mentre mi incammino verso l’uscita del Palazzo, provo una sensazione già provata: “ la politica e ognuno di noi, nel nostro piccolo, riuscirà a realizzare quello di cui la giustizia ha davvero bisogno? ”.

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