giovedì, Dicembre 12, 2024
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“Ogni notte ha un’alba”

E perché, invece di fare l’ennesima (e sacrosanta) denuncia, non dare ai “Siciliani giovani” una bella notizia che in fondo li riguarda? Eccola: al Piccolo Teatro di Milano dal 3 al 21 di­cembre è già tutto esaurito.

C’è la fila d’attesa, si è dovuta allun­gare la programmazione di un giorno e si sono dovute prevedere doppie rap­presentazioni in più giornate. Tema dello spettacolo? La mafia al nord. Ti­tolo: “Ma io dico no”. Sottotitolo. “Ogni notte ha un’alba”.

Ideatori della sceneggiatura: gli stu­denti e i neolaureati di Scienze Politi­che dell’Università Statale, già allievi del corso di Sociologia della criminali­tà organizzata.

Sceneggiatori: gli studenti

Tutto nasce una sera di marzo del 2013. Vengono presentate alla città le migliori tesi dell’anno precedente sulla materia. C’è anche il rettore, ci sono diversi assessori. Il rettore viene colpi­to dalla qualità dei lavori e dall’entu­siasmo dei ragazzi. Il giorno dopo ne parla con il direttore artistico del Pic­colo, Sergio Escobar. Gli suggerisce di dedicare una serata a loro.

Uno spettacolo collettivo

Escobar im­magina subito uno spetta­colo vero e proprio. L’università, che compie l’anno successivo novant’anni, decide di finanziarlo proprio per l’occasione. Escobar coinvolge un suo bravo regista, Marco Rampoldi. Che ci sta subito e si butta nell’avventura.

I giovani nel frattempo fanno la loro prima esperienza di università itineran­te con il sottoscritto. In una ventina all’Asinara. Guide turistiche alle ex carceri speciali di giorno e seminari notturni (e mare, e mirto, e musica…). Mettono la loro esperienza, le loro sen­sazioni ed emozioni negli incontri con il regista. Hanno in testa le albe vissute (da qui il sottotitolo). Ci mettono poi le loro speranze, e le loro conoscenze, le loro ricerche.

Tutto viene seguito per un anno. Pri­ma incontri di gruppo, poi singole scritture, invio delle tesi di laurea. Rampoldi ci lavora con Paola Ornati, una sua giovane assistente che si ap­passiona e studia la materia più di una laureanda.

Alle fine viene fuori il testo. Gli at­tori (professionisti) stanno già provan­do lo spettacolo. Che sarà, dopo quello di Ronconi, il secondo evento in cartel­lone della stagione del Piccolo, ovvero di uno dei due teatri europei italiani.

La voce si dif­fonde e prima an­cora del­la confe­renza stampa di presentazione è già tutto esaurito. Ab­bonati, scuole, studenti universitari, as­sociazioni.

E’ la prima volta che succe­de: che uno spet­tacolo così, non di quelli di be­neficenza, abbia per autori degli stu­denti. Che uno spettacolo sulla mafia stia in cartellone per diciotto giorni. In un teatro così prestigioso. A Milano.

Se l’ho raccontato nei singoli pas­saggi è per far capire che nella no­stra società ci sono le catene virtuose oltre quelle massoniche o corruttive o crimi­nali.

Corso, tesi, testo teatrale…

Un corso universitario, degli studenti entusiasti, un rettore, un diret­tore arti­stico, un regista. E le tesi di laurea, de­stinate in genere a finire in archivi di­menticati, diventano testo teatrale, di­vulgano la realtà e i motivi di una lotta in una regione che ancora spesso si ostina a non vedere, a non voler sape­re. E si ritroverà raccontati i fatti ri­mossi, con la forza insuperabile che le parole acquistano in teatro. Lasciate­melo dire: che bello…

Un pensiero su ““Ogni notte ha un’alba”

  • Lascialo dire anche a me Nando, CHE BELLO! ! !

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