giovedì, Marzo 20, 2025
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Notizie dall’altro mondo, Che succede in Sicilia?

“Dum Romae consolitur, Siciliam sprofonda nella cacca”

Sicilia, Italy. Questa volta hanno arrestato un deputato regionale, Castiglione Giuseppe, un sindaco (Vitale
Nunzio da Ramacca) e due consiglieri paesani (Misterbianco e Ramacca), Il deputato è di centrodestra,
sta in commissione “antimafia”, ha presieduto il senato locale di Catania, è figlio dello zar del porto. Il
sindaco è “di sinistra”.
Funziona così. Il politico o l’aspirante politico – in Sicilia – programma la sua elezione anni prima della
tornata elettorale e inizia a lavorare all’accumulazione dei pacchetti di voti. Non sa ancora con quale
partito candidarsi, con quale coalizione. Non sa neanche se di destra, di sinistra, di centro o a 5 stelle.
Inizia a fare incontri e sa che qualche incontro sarà molto più importante di altri. “Questo qua ti porta un
sacco di voti” gli confida qualche amico, parente, collaboratore. Il politico arriva all’incontro sapendo
tutto dell’interlocutore: carriera criminale, parentela mafiosa, ruolo avuto nelle elezioni degli anni
precedenti. All’incontro si sigla il patto. Girano soldi, promesse di assunzioni, garanzie di appalti, la
certezza di avere nel palazzo qualcuno a cui ci si può rivolgere e dal quale ottenere tutto quello che si
vuole. Non è il criminale a cercare la politica ma il politico a cercare il criminale.
È così che nei quartieri più miserabili, dove le istituzioni non si sono mai fatte vedere e dove non si è
tenuto nessun comizio, il politico che ha acquistato il pacchetto di voti dal clan di turno, ottiene centinaia
di preferenze. Succede lo stesso nei paesi, dove, perfetti sconosciuti, che non hanno mai parlato in
pubblico e non hanno mai espresso alcuna opinione politica, si trovano primi degli eletti: e poi assessori,
vicesindaci, presidenti del consiglio comunale.
Questa democrazia mafiosa non è né “di destra” né “di sinistra” né di centro. Ne trae vantaggio il
centrodestra quando il vento soffia a destra, se ne avvantaggia il centrosinistra altrimenti. I pacchetti di
voti fluttuano e i politici cambiano casacca. I partiti accolgono i pacchetti di voti, mafiosi e non. Fin
quando non arriva la galera: allora cambia tutto. Iniziano i distinguo, sbiadiscono i ricordi, svaniscono
cene elettorali e i favori richiesti e dati. Quando l’eletto coi voti della mafia viene arrestato, nessuno l’ha
mai visto né conosciuto.
Quello della democrazia mafiosa è un sistema politico parallelo: più reale di quello che appare reale.
Comizi, convention, affissioni, volantinaggi servono solo a camuffare il reale controllo dei voti: che è
schiavitù degli elettori più miserabili. Gli esiti delle elezioni si decidono seduti in qualche bar, davanti a
una pompa di benzina, lontani dalle urne, lontassimi dalla gente..

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